La sfida tra utility adesso si sposta in Veneto, Milano Finanza: Aim con Agsm poi F2I in Ascopiave e quindi…

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C’è è stato il tempo del grande risiko, che ha ceduto il passo alla strategia dell’aggregazione. C’è stato il tempo della Lombardia, apripista del nuovo filone strategico con la nascita della superutility del Nord, la nuova Acsm Agam che vede al timone industriale A2A. Ora, però, è venuto il tempo del Veneto, prossimo palcoscenico di una sfida fatta a colpi di fusioni e cambi di management, che vede protagoniste le tre utility più note del territorio: Agsm Verona e Aim Vicenza, da una parte, e Ascopiave dall’altra.
In palio c’è il posto più alto nel nuovo polo energetico che potrebbe nascere. Tutto è iniziato a giugno, con la ripresa dei dialoghi tra le società interamente controllate dai Comuni di Verona e Vicenza (vedere MF-Milano Finanza del 19 giugno). Il progetto di fusione tra Agsm e Aim, annunciato per la prima volta a gennaio 2017 ma sospeso a più riprese, è ripartito infatti dopo la recente tornata elettorale nel Comune di Vicenza, terminata con l’elezione a primo cittadino di Francesco Rucco. La nuova realtà da oltre un miliardo di ricavi che nascerà, si concretizzerà con la creazione di una newco in cui confluiranno tutte le attività delle due società, con Agsm al 57,5% e Aim al 42,5%. Il processo è in atto e, rifacendosi alle dichiarazioni rilasciate a MF-Milano Finanza dal presidente di Agsm Verona, Michele Croce, «l’operazione dovrebbe essere definita entro l’anno». Lo step intermedio si terrà in

questi giorni, con Rucco, in qualità di sindaco, chiamato a nominare o a confermare il management dell’utility a partire dall’amministratore unico di Aim. Successivamente si terrà il tavolo per decretare ufficialmente i pesi di Verona e Vicenza nel nuovo polo e da quel momento in poi si lavorerà al processo, evocato da molti, che potrebbe portare alla creazione di una multiutility del Veneto.

L’idea, quindi, è coinvolgere tutte le realtà presenti nella Regione, ricalcando in parte quanto fatto recentemente da A2A. Un guanto di sfida, nemmeno tanto implicito, lanciato all’altra utility veneta, la quotata Ascopiave. Da parte sua, la società di Pieve di Soligo (Treviso) è impegnata indirettamente in un processo di riassetto che sta coinvolgendo la controllante Asco Holding e che potrebbe portare a un ingresso molto importante, sia in chiave strategica sia in chiave finanziaria. L’assemblea della capogruppo il 23 luglio non è stata importante solo per la modifica dello statuto, che ha posto le basi per la liquidazione (a 3,75 euro per azione) delle quote di alcuni Comuni e del socio privato Plavisgas, ma per la notizia dell’interesse del fondo infrastrutturale F2i. Il 17 luglio, infatti, sul tavolo di Giorgio Della Giustina, presidente di Asco Holding, era arrivata una lettera dal fondo guidato da Renato Ravanelli in cui questo si diceva intenzionato ad acquistare una quota di controllo. Addirittura pagando una cifra superiore ai 3,75 euro per azione. Nulla più che una manifestazione d’interesse, per ora, ma se l’operazione andasse in porto per l’utility sarebbe davvero la svolta. Non è, infatti, difficile comprendere le ambizioni di F2i, basta seguirne il modus operandi: aggregare e fare economie di scala, così da porre un primo mattone per costruire l’aggregatore veneto del futuro. 

di Nicola Carosielli, da Milano Finanza