La storia e il significato dei simboli delle carte

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Carte da gioco
Carte da gioco

I giochi di carte esistono letteralmente da secoli e hanno intrattenuto sempre persone di tutte le età, anche i bambini. Con le carte francesi, soprattutto, è possibile realizzare svariati giochi. I mazzi di questo tipo risultano quindi tra i più diffusi, non a caso è facile reperirne anche in semplici cartolerie. Non stupisce che i simboli raffigurati su queste carte siano conosciuti ai più. Ciò che è più ignoto è però il loro significato. Se consideriamo che di tipi di mazzi ne esistono a iosa, il discorso si fa ancora più ampio. Le carte, infatti, sono nate intorno al X secolo, o almeno è a questa epoca che risale la loro prima apparizione certificata.

Oggi le carte godono addirittura di una loro controparte digitale e gli stessi appassionati finiscono col maneggiarle sempre di meno fisicamente. In rete esistono ormai versioni virtuali di diversi giochi che prima si praticavano dal vivo, dunque mentre c’è chi cerca di capire il funzionamento di slot, ad esempio come si gioca a The Dog House, la slot delle cucce per cani, qualcun altro si starà divertendo a distanza nel poker o nel baccarat. Non sempre ci sono riferimenti culturali nelle carte, ma alcuni mazzi si caratterizzano per dei tratti fondamentalmente folkloristici.

Di certo, è anche intuitivo cogliere il messaggio lanciato dai jolly, introdotti in America nel XIX secolo e simboleggiati da giullari e pagliacci, gli unici che potevano permettersi di schernire i re e le regine, presenti nelle altre figure delle carte. I fiori e le picche rimanderebbero ad alcuni tipi di foglie tedesche e sui tavoli inglesi sono conosciuti rispettivamente come bastoni e spade, mentre i quadri sono visti come dei diamanti. Un vero e proprio significato in questo caso non c’è: in antichità le carte venivano create solo a scopo ricreativo, pertanto sono perlopiù i mazzi regionali a celare qualche raffigurazione più interessante. In quelli siciliani, ad esempio, è possibile individuare la trinacria.

In Paesi come l’Italia, la Spagna o il Portogallo non sono rari i mazzi di origine latina, quelli che al posto di cuori, quadri, fiori e picche presentano ori, coppe, bastoni e spade, utili per descrivere lo scenario rurale per cui era nota l’Europa anni fa. Anche le vesti dei personaggi richiamano infatti quelle del tempo. Gli ori, comunque, indicano la vita mercantile, le coppe si riferiscono alla plebe, i bastoni sono un rimando ai contadini e le spade indicano i guerriglieri. In questi mazzi non sono presenti i numeri 8, 9 e 10, per cui le carte sono esattamente 10 per seme, per un totale di 40, senza jolly. I giochi che vengono svolti con questi mazzi differiscono da quelli che hanno legato il loro nome alle carte francesi: si parla della scopa e del 31, passando per il 7 e mezzo e la briscola.

Foglie, campanelli, cuori e ghiande sono invece i simboli che si possono trovare sulle carte inventate in Germania. In Giappone, infine, è presente persino un seme in più: i vortici, che si accompagnano a denari, coppe, bastoni e spade. Un numero così elevato di carte in circolazione ha fatto presto ad alimentare le voglie dei patiti di collezionismo. In ogni caso, ancora oggi c’è chi si dedica a studiare le origini dei mazzi di carte più o meno diffusi, nel tentativo di cogliere qualche significato rimasto segreto. O nella speranza di fornire un’interpretazione originale.