La strage accaduta in USA, a Parkland (Florida) il 14 febbraio, che si aggiunge a una lunga lista di eventi simili, non possiamo non collegarla a quanto è stato dibattuto, a livello locale e nazionale, in occasione della Fiera delle armi di Vicenza (Hit Show). La manifestazione vicentina ha giustamente suscitato in tanti una legittima preoccupazione sull’uso delle armi per difesa personale e l’accesso dei minori alla fiera (pur se accompagnati da adulti). In questo contesto ci sembra importante invitare tutte le persone responsabili a una seria riflessione sulla dimensione “educativa” del problema.
Di fronte a questi fatti tragici che si ripetono continuamente in uno Stato che, come un “cattivo maestro”, autorizza l’uso libero di qualsiasi arma, quale lezione dobbiamo ricavare? Accompagnando i minori a vedere e maneggiare armi, come se fossero giocattoli nel “paese dei balocchi”, può far sembrare “innocui” strumenti di violenza, riducendo l’effetto inibitorio della buona educazione sui comportamenti aggressivi.
Il possesso di un’arma non è mai fonte di sicurezza ma il contrario. Il suo acquisto, in qualche modo, è già una scelta morale sul suo possibile utilizzo.
Non trascurabile è anche l’uso strumentale di questa manifestazione da parte di raggruppamenti politici in piena campagna elettorale. C’è una ideologia e una sotto-cultura della violenza che vuol far passare come “difesa delle nostre tradizioni” e diritto legittimo dei cittadini, la passione per le armi e il loro uso privato per assicurare la difesa personale.
Dobbiamo sentirci tutti responsabili: genitori, educatori, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, uomini politici, cittadini. Ogni evento come quello di Parkland non può essere accompagnato da un atteggiamento di sottovalutazione o, peggio, di indifferenza e cinismo, ma da un’assunzione di responsabilità, dalla presa di coscienza di ognuno che si possono prevenire tali tragedie.
Giancarlo Albera (Coordinamento dei Comitati)
Matteo Soccio (Movimento Nonviolento)