(Adnkronos) – Le auto cinesi avanzano, l’Europa è nel mirino di sempre più emergenti costruttori provenienti dall’Asia, ma c’è anche chi tenta di arrestarne l’avanzata. Il governo di Erdogan, al fine di salvaguardare l’industria automobilistica locale, ha imposto nuovi dazi doganali alla commercializzazione di veicoli elettrici nel paese. Un messaggio chiaro, lanciato già dall’amministrazione Byden ed ora accolto anche da Erdogan, in pratica anche la Turchia vuole frenare l’avanzata dei costruttori automobilistici cinesi. Era già accaduto nel 2023, lo scorso anno infatti, la Turchia aveva aumentato i dazi doganali. Così, a distanza di qualche mese, arriva una nuova mossa che sicuramente non farà piacere a Pechino. Dazi aggiuntivi del 40% su tutti i veicoli provenienti dalla Cina, secondo Bloomberg, la decisione del Governo turco, porterebbe a una tariffa minima di 7.000 dollari su ogni veicolo cinese venduto in Turchia. Una mossa che alzerebbe enormemente il prezzo delle EV asiatiche, facendo così venire meno quella concorrenzialità che rende le elettriche cinesi, estremamente competitive in termini di prezzo, sui mercati internazionali. Se gli Stati Uniti e la Turchia tentano di fermare l’avanzata cinese, c’è chi invece cerca nuovi costruttori da affiancare a quelli nazionali. In Italia, recentemente l’AD di Stellantis aveva dichiarato, l’accordo con la Leapmotor e la decisione di commercializzare nel paese i suoi veicoli elettrici. Dunque, cosa accadrà in futuro in Europa? Altri Paesi seguiranno l’esempio degli Stati Uniti e Turchia? Una mossa tutt’altro che azzardata. —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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