La Tav veneta (Treni ad alta velocità) non mi sembra che sia mai esistita in realtà. Faremo bene a chiamarla, Tac (Treni ad alta capacità) e basta. Fin dal primo progetto, quello che ipotizzava per Vicenza due stazioni, una nella zona del nuovo tribunale e l’altra presso la Fiera, al di la delle ipotesi relative alla velocità con sui sarebbero transitati i treni ad… alta velocità, di altro non c’erano che le illusioni di alcuni personaggi vicentini (e/o degli interessi di riferimento). Per quel poco, non proprio pochissimo in ogni caso, che ho appreso negli anni girovagando al’estero, non ho mai avuto riscontro di un servizio di treni ad alta velocità che in poche decine di chilometri prevedesse tante fermate.
Venezia, Padova, Vicenza, Verona, e mi fermo qui, hanno delle distanze tra loro troppo modeste per poter dare tecnicamente ospitalità ad un vero treno super veloce. Ma questa cosa la dovevano ben sapere fin dall’inizio i tecnici che hanno messo mano al progetto. Come lo dovevano ben sapere quanti hanno insistito per avere, in ogni città una propria stazione, compresi coloro che hanno insistito, si diceva al tempo che era un gesto di orgoglio dell’industria vicentina, per ottenere la fermata presso la nostra ex Fiera. Non so se questa faccenda dell’orgoglio vicentino sia una chiacchiera, e da chi sia stata messa in giro, oppure se fosse una autentica esternazione di una istituzione specifica. Sono più propenso a ritenerla una chiacchiera dopo aver visto che “l’orgoglio” vicentino, proprio non ha funzionato per niente all’epoca della acquisizione da parte della Fiera di Rimini della nostra Fiera. Leggo su FS NEWS del 23 luglio 2018 in relazione alla tratta Verona-Padova-Venezia, il suo tracciato e l’avanzamento (presumo sia quello dei lavori) che la linea AV/AC Verona -Venezia sarà complessivamente di circa 103 Km; che il tratto Verona-Padova lungo 78,8 km attraverserà 19 Comuni (6 in provincia di Verona, 9 in provincia di Vicenza e 4 in provincia di Padova) e che “L’integrazione tra nuova linea e linea esistente sarà realizzata attraverso due interconnessioni localizzate a Vicenza e nel punto di ingresso a Padova per il collegamento tra linea AV/AC e la linea “di gronda” merci di Venezia sulla direttrice Castelfranco-Treviso-Udine/Portogruaro” e infine che la linea è suddivisa in due sub tratte: Verona-Vicenza di 51,2 km e Vicenza- Padova di 27,6 km. Questo semplicemente per confermare che difficilmente sarà possibile considerare l’esistenza di una Alta Velocità alla francese: non confondiamo, infatti, le varie Frecce che si fermano ad ogni stazione di una città capoluogo di provincia che frecce sono solo per il confort dei vagoni ma non per le alte velocità raggiungibili solo se le fermate distano molto fra di loro.
Ma vado al punto dolente che nessuno pare abbia interesse ad affrontare, almeno nessuno della passata amministrazione, salvo un infelice intervento da parte del direttore generale dell’epoca Variati. Dice il testo sopra riportato che la nuova linea attraverserà ben nove comuni in provincia di Vicenza. Nove comuni che saranno oggetto di espropri che colpiranno non poche famiglie, aziende, singole persone. Eppure ci si preoccupa e se ne parla in continuazione di quanti treni realmente veloci (ben pochi visto che oggi Trenitalia sta sperimentando, ed è tutto dire, un unico collegamento non proprio super veloce di Vicenza con Roma…) si fermeranno a Vicenza, e quant’altri, di diverso genere, passeranno di giorno o di notte.
Non sarebbe il caso che a livello provinciale, visto, per quel che ne so, che nulla è stato fatto negli anni scorsi, si apra un tavolo di discussione con le Ferrovie per trattare modi, tempi, specifiche situazioni, valori economici e quant’altro in relazione proprio agli espropri? Naturalmente il tutto prima che questi avvengano, perché dopo la frittata sarà fatta e le uova non si ricomporranno più.