La Vicenza degli orrori o degli abbandoni? Francesca Leder: il caso della Colonia Bedin Aldighieri

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Francesca Leder
Francesca Leder

Caro direttore, sto seguendo con interesse, attento e critico, la rubrica “La Vicenza degli orrori” ma più che orrori li chiamerei abbandoni che a volte sono persino strumentali: più lasci decadere il bene meno varrà sul mercato immobiliare: così inizia l’intervento, che pubblichiamo di seguito, della prof. Francesca Leder inviatoci su Whatsapp in un gruppo di collaboratori e commentatori indipendenti da me gestito come direttore responsabile di questa e altre testate e di cui faceva parte la ricercatrice ed insegnante.

Basti vedere le sorti di due dei casi già citati – prosegue Leder: l’ex Macello comunale e l‘ex colonia Bedin. Il fatto è che sono entrambi beni vincolati e la legge (art. 30 del Codice dei beni culturali e del paesaggio) imporrebbe la loro cura ma, a differenza di ciò che succede per il privato, nessuno ha il coraggio di imporre al comune l’obbligo di legge. Così si attende che crollino così si abbattono i costi e quelli di demolizione si riducono a poche migliaia di euro: prezzo basso e minori costi. tutto calcolato.

Il rudere di Colonia Bedin Aldighieri
Il rudere di Colonia Bedin Aldighieri

Tre anni fa, ad esempio, il comune di Vicenza (assessore al patrimonio era  Michela Cavalieri e al decoro urbano era delegata Cristina Balbi, ndr) aveva lanciato un bando per idee per il recupero della Colonia Bedin Aldighieri. Alcune associazioni hanno presentato i loro progetti. Io ne ho visto uno: bello. ispirato a progetti italiani e europei di successo. Il comune, ricevuti i progetti (nel rispetto di scadenze poste dallo stesso comune), non ha neppure mai ringraziato dell’impegno posto chi ha partecipato al bando né ha mai detto cosa ne volesse fare/ha fatto di quei progetti (qui cosa decise di fare della Colonia, ndr).

Si sa, però, che di lì a poco è stato affidato un appalto a un professionista senza rispettare il vincolo di un concorso pubblico come invece prevede il codice degli appalti per le opere pubbliche che interessano i beni culturali. Le norme sono sempre – gravemente – disattese.
Ora, come è ovvio, l’abbandono avanza mentre le proposte – intelligenti – di associazioni che cercano di andare oltre i vantaggi dei privati sono state buttate nel “rusco” prima ancora di essere state seriamente e correttamente valutate.
Il danno di tutto questo va oltre quello materiale perché mina in profondità il rapporto tra politica e cittadini e apre autostrade al cinismo degli affaristi di turno. Purtroppo.
Francesca Leder