“… a lui (Bonaparte, ndr) si deve l’introduzione ufficiale in Italia nel 1796 del metro.
Quello che potremmo utilizzare nella prossima puntata quando ci inerpicheremo, sempre a caccia di curiosità, su per monte Berico“. Così terminavo la nona puntata di “La Vicenza delle curiosità“, che continuo a raccontarvi come “Una vicentina curiosa“, e allora, miei cari lettori – ascoltatori, usiamo quel metro per salire su verso Monte Berico e le sue storie (qui tutte le puntate, passate, presente e future)…
Il nome Ber deriva dal longobardo “monte”, come “fara” che il quella lingua indicava comunità. Vincenza Pasini è legata alla costruzione della Basilica attuale di Monte Berico. La sua casa è a Creazzo, paese in cui abitava. Suo marito lavorava a Monte Berico e lei gli portava il pasto.
Nel 1426 a Vicenza una epidemia di peste devastò la città. La Madonna, descritta da Vincenza come luminosa e bella, apparve alla povera contadina e le disse che, se i vicentini avessero costruito una chiesa, da lei indicata con una croce fatta con un ramo di olivo, la città si sarebbe liberata dalla terribile epidemia.
Vincenza non venne creduta dalle autorità, ma dopo due anni venne edificata la prima chiesa e la peste immediatamente cessò. La chiesa si presentava con una facciata a sommità circolare, con un rosone, che poi venne mantenuto nella seconda chiesa, ed un’unica entrata.
Successivamente, l’architetto Miglioranza nel 1500 rifece la chiesetta come la vediamo attualmente. Nel 1700, l’architetto Borella progettò la Basilica attuale, su un progetto del Palladio che richiama la Rotonda. Le due chiese sono collegate formando la lettera TAU che in ebraico significa salvezza.
Lo scultore Marinali scolpì le statue dei santi, i rosoni e in alto le virtù.
Il 10 giugno 1848 i vicentini furono insigniti della medaglia d’oro da Vittorio Emanuele II per la strenua lotta contro gli austriaci, guidati dal generale Radescky che li sconfisse ma schierando 40.000 soldati contro i 12.000 “Berici” che si sacrificarono per la libertà.
Il monumento a lato della basilica è dedicato ai caduti austriaci e il famoso monumento della Vittoria ai caduti vicentini. All’inizio questo monumento era posto davanti all’ entrata della Basilica perché l’attuale piazzale non esisteva. Successivamente venne costruito il Piazzale della Vittoria, dove venne spostata anche la statua come è attualmente e che venne inaugurato da Mussolini nel 1924: il piazzale guarda ai monti in cui si è combattuta la prima guerra mondiale. I monti sono indicati nella balaustra del piazzale stesso e visibili da appositi cannocchiali.
Il campanile della Basilica ha la cupola che richiama le serliane della Basilica Palladiana e da lì venivano tenuti concerti di campane (7 più 2) conosciuti in tutto il mondo.
Il campanile fu costruito al posto di un oratorio di legno che veniva usato per i concerti già allora molto amati dai vicentini.
I portici furono costruiti dall’architetto Francesco Muttoni dal lato opposto dove originariamente esistevano altri portici, poi distrutti, che si univano alle scalette di Monte Berico e che proteggevano i pellegrini dalle intemperie. Fin dal 1200 i devoti salivano le scalette per arrivare a una cappella dei Servi di Maria, posta in alto alla fine della scalinata.
Muttoni progettò i portici dal lato opposto a quello originario (e fu molto criticato per questo) con 10 arcate e un piccolo piazzale per far arrivare i fedeli da Campo Marzo.
L’architetto, a cui oggi è anche intitolata l’omonima scuola in città, progettò anche un arco posto in viale Roma a Vicenza che fu smontato all’arrivo di Mussolini, per facilitare le coreografie della sua visita a Vicenza, e mai più rimontato.
Vicenza, ricordiamolo ora, è l’unica città il cui stemma può essere collocato nel tricolore perché è stata insignita di due medaglie d’oro per la lotta alla libertà: la prima, come già detto, nel 1848, e la seconda, proprio 100 anni dopo, il 25 agosto del 1948 per la resistenza ai fascisti, durante la seconda guerra mondiale.
Due epoche e due mondi diversi, uno antico e l’altro moderno, facile presagio per gli argomenti incentrati su un vicentino famoso con cui chiuderemo questa serie di racconti… curiosi.