Non era partito sotto i migliori auspici l’evento di giovedì 18 aprile annunciato così, il 18 aprile stesso, dal GdV: «Domani alle 18.30 allo Spazio Galla-Libreria Galla 1880 di corso Palladio Alessandra Moretti presenterà il libro “La vita rivoluzionaria di una donna comune“»…
Il domani era il giorno stesso ma, se “C’è sempre domani“, come dice Paola Cortellesi, grande regista donna (al femminile si scrive “registessa”?) di un film femminista e unico e se i lettori del GdV non sono venuti, lo Spazio Galla era riempito a dismisura dal semplice passa parola dei suoi ammiratori, non sempre “dolci”, lontano da lei, con la Ale vicentina, nazionale ed europea.
A rincarare la dose del “refuso” da (Guinnes dei) primati, nel senso di mammiferi placentati, tra cui le scimmie e gli umani, non me ne voglia il collega placentato come me direttore del GdV chiamato a fare il presentatore, ben poco rivoluzionario, del libro della rivoluzionaria comune Alessandra Moretti, c’è stata la seconda frase da lui pronunciata dopo aver introdotto l’autrice ed europarlamentare(ssa?) del Pd, che correrà di nuovo per proseguire il suo buon lavoro al Parlamento europeo nel suo primo mandato completo e alla sua seconda elezione diretta (siamo sinceri, ci conoscete, dopo averla seguita da cronisti per 5 anni e dopo aver comprato e letto il libro prima della sua presentazione visto che siamo dei poveri cristi e non… Sangiuliano che dice che leggerà quello del vincitore dopo aver votato al Campiello).
Dopo aver introdotto Ale, dicevamo, il collega direttore Marino Smiderle, invitato personalmente a presentare “La vita rivoluzionaria di una donna comune” di Alessandra Moretti e, quindi, arrivato puntuale senza aver letto la fake news del suo giornale, ma forse intimorito dalla vista del cane del direttore di questa testata (che ora potrei essere io o proprio Miky, il mio cucciolo di Beagle presente e ammirato, anche dalla fantastica “mamma e nonna” Antonia e dalla bellissima nipotina figlia di Carlo, quasi quanto l’autrice), ha fatto una domanda sull’esordio politico della Moretti rivolgendosi al sindaco che la invitò a candidarsi nel 2018, la nominò, poi, sua vicesindaco (a me piace la o finale proprio per rispetto delle donne capaci che non hanno bisogno delle finali al femminile, a volte improbabile, per elevarsi sui maschi primati).
E come si è rivolto Smiderle all’anche lui, ora, europarlamentare uscente (subentrò al posto di Calenda)? Chiamandolo “Achille Moretti”… Anche io pochi giorni fa ho chiamato in pubblico Benedetta col nome di Elisabetta, ma almeno i nomi erano entrambi femminili, Benedetta è, per ora almeno, meno nota di Alessandra e Achille e io ho… 73 anni.
Io stavo per alzarmi perché le due fake news ma soprattutto questa, come ho detto in sala facendo sorridere tutti, Marino Smiderle e Achille Variati “Moretti” inclusi, mi bastavano per scriverci un articolo, ma il cane del direttore, nel senso, questa volta, di Miky, il mio cucciolo, è voluto rimanere per ascoltare di persona Alessandra visto che lui aveva letteralmente “divorato” il suo libro, autobiografico e programmatico, dopo che io (sangiovanni con la s minuscola) lo avevo letto completamente e con particolare trasporto.
Nella sua prima parte la candidata per la terza volta al Parlamento Europeo (la prima fu strappata dopo pochi mesi a Bruxelles da Renzi che la lanciò nella folle corsa alla presidenza del Veneto) racconta anche e soprattutto i turbamenti della vita di un personaggio pubblico (divorziata dal marito, con due figli e due nonni materni strepitosi, con un compagno ingombrante e da rotocalco come Massimo Giletti) messo in copertina più del normale forse proprio perché donna, femminile e… ladylike.
La seconda parte de “La vita rivoluzionaria di una donna comune” è, invece, un vero e proprio progetto politico e una visione dell’Europa in base a quanto già Alessandra Moretti ha fatto e, soprattutto, a quanto vuole fare se gli elettori del nordest le ridaranno fiducia come le prime due volte.
Che la figlia di mamma Antonia e la madre di Guido e Margherita sia a dir poco tenace ce lo raccontano il libro e le cronache dei vari tempi (nel loro mix, filtrato e ragionato, c’è la verità) e anche alcune frasi ad effetto di Achille Variati: “l’ho lasciata andare dopo pochi anni da mio vice sindaco e assessore perchè vedevo in lei la voglia di emergere… Ora non mi ricandido all’Europarlamento anche perché so che c’è lei a portare avanti bene il lavoro“.
Come commentare queste due frasi del grande diplomatico, prima ancora che politico, oppure uno dei ben pochi politici di spessore della Vicenza degli anni a cavallo tra la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio, perché è sempre diplomatico (ma lucidamente cinico, nel senso migliore del termine) Achille “Moretti” Variati?
Mai Alessandra Moretti si sarebbe lasciata fermare da chicchessia, anche se, in fondo è una donna forte ma umana (e anche esperta star delle tv e della comunicazione?) tanto che al passaggio di testimone, diplomatico, di Variati, non ha saputo o voluto trattenere le lacrime.
La sua forza (pur se talvolta non sempre, è umano, ben indirizzata secondo chi qui lo ha scritto quando ce n’è stato motivo, non sempre, è altrettanto umano, avendo ragione) Alessandra Moretti l’ha dimostrata, secondo chi scrive e in base a quanto ha risposto, tra le righe, alla mia domanda in sala, mantenendo i legami con Vicenza ma allontanandosene in tempo perché come l’attuale vicesindaco/a Isabella Sala ha detto, alla presentazione di un numero di VicenzaPiù Viva, il (cane del) direttore di VicenzaPiù (ma questo vale per molti) ha poturto fare le battaglie per Vicenza che ha fatto perché non aveva legami con i circoli, buoni e cattivi, della città.
Alessandra Moretti, la rivoluzionaria donna comune, quei legami li ha avuti, ma non se ne è fatta condizionare andando ben presto a Roma e Bruxelles…
Vi rimandiamo a una breve recensione finale ma soprattutto alla sua lettura per il libro “La vita rivoluzionaria di una donna comune”, tutto da leggere, da parte di gossippari, politici e ammiratori, che ora possono conoscere la sua versione della sua vita, che ci auguriamo continui al servizio, oltre che di se stessa e dei suoi cari, anche del bene pubblico, dalla cui cura non l’ha distolta il peso maggiore di essere donna e mamma, e, quindi, di un’Europa vera e “degli Stati”, come ha esortato uno dei presenti.
P.S. Smiderle non ha chiamato Giacomo Moretti l’attuale sindaco Possamai, che ha ricordato i suoi primi passi anche con l’Ale nazionale ed europea, ma, soprattutto, alla fine della presentazione, il direttore del GdV ha accarezzato il (cane del) direttore di VicenzaPiù…
Che la pace, allora, sia con tutti, a nome della terza più longeva testata di Vicenza e… dei cani. Più umani dei primati.
“La vita rivoluzionaria di una donna comune” di Alessandra Moretti
Alessandra Moretti, avvocato con una fervente passione per la politica, ha assunto il ruolo di giovane vice sindaca di Vicenza, emergendo rapidamente nella sfera pubblica, non sempre a proprio vantaggio. È stata soprannominata “Ladylike” e ha rappresentato il volto della non riuscita campagna elettorale di Pier Luigi Bersani, ottenendo, dopo, ben 232.000 preferenze in territori tradizionalmente ostili come quelli del Veneto di Zaia. Oggi siede nel Parlamento europeo, facendosi protagonista di importanti battaglie per dare voce e volto a donne, migranti, giovani. La sua vita privata è stata oggetto di grande interesse mediatico, inclusi una relazione “forte” con un noto giornalista, Massimo Giletti.
La campagna politica coraggiosa contro il dominio di Zaia in Veneto, anche se prevedibilmente senza successo, non ha scoraggiato la politica vicentina, che ha continuato a perseguire obiettivi politici di rilievo e attualmente rappresenta l’Italia nel Parlamento europeo, dove si impegna attivamente in cause significative a favore di donne, migranti e giovani, gruppi spesso esclusi dal dibattito pubblico.
Il libro di Moretti svela con trasparenza e fervore la sua visione politica e personale. Descrive sé stessa come una donna di grande energia e vitalità, capace di bilanciare la vita familiare, con due figli e un divorzio, con l’impegno politico, inclusa la promozione di una legge per il divorzio breve. Il suo racconto mostra come sia possibile mantenere la propria identità personale pur contribuendo significativamente alla politica del suo partito e alla società. La narrazione di Moretti è una testimonianza di una vita trascorsa in prima linea, fra successi e insuccessi, amore e… disamore (invidia?), illustrando come le sfide personali e politiche si intreccino in una storia che, pur comune, si rivela rivoluzionaria.