Laboratorio di terapie cellulari avanzate (LTCA) ULSS 8: nuova speranza per la cura delle malattie ematologiche

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Un momento dell'incontro e il tavolo dei relatori (in piedi il dg Bonavina)

«Entro cinque anni, quasi sicuramente la chemioterapia non farà più parte delle cure contro i tumori ematologicii». La frase, è molto più che una speranza, perché è stata pronunciata questa mattina dal primario del Reparto di Ematologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, Alberto Tosetto, nei locali al piano terra di palazzo Giustiniani-Baggio, nel quartiere di San Marco, dov’è ospitato il Laboratorio di terapie cellulari avanzate (LTCA), realtà di eccellenza a livello nazionale e internazionale, forte di professionalità e dotazioni all’avanguardia, oltre che delle competenze ed esperienze maturate all’interno del reparto di Ematologia del S. Bortolo, altra realtà di riferimento in Italia.

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Un momento dell’incontro e il tavolo dei relatori (in piedi il dg Bonavina)

L’occasione di questo incontro è stata fornita dalla presentazione di un progetto nazionale per la cura dell’osteoartrosi e di molte malattie del sistema immunitario, che ha inserito il Laboratorio vicentino tra quelli all’avanguardia su queste specifiche cure affidandogli un finanziamento di 900 mila euro in quattro anni tramite fondi Pnrr. Il programma è guidato a livello nazionale dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e include 16 centri di rilievo nazionale e internazionale come l’Istituto Europeo di Oncologia, Ospedale Niguarda, Ospedale di Monza – Fondazione Tettamanti, Ospedale Sant’Orsola di Bologna e Istituto Romagnolo per la cura dei tumori IRST di Meldola.

Come illustrato dal direttore del LTCA – Giuseppe Astori -: «Grazie a questo finanziamento il laboratorio vicentino potrà ulteriormente sviluppare le proprie attività e competenze nell’ambito dell’uso delle cellule mesenchimali, sia a scopo rigenerativo che immuno-modulante nell’osteoartrosi e nelle malattie immunomediate, tra cui anche le complicanze del trapianto di midollo osseo e ci permetterà anche lo sviluppo di conoscenze per il monitoraggio e per l’ingegneria dei CAR-T, una Terapia Innovativa in campo onco-ematologico che permette di offrire una possibilità di cura alternativa a pazienti con malattie ematologiche che non rispondono alle chemioterapie convenzionali».

Un progetto di assoluto rilievo, dunque, su base quadriennale, che cozza contro quello che pareva essere il destino di questa struttura solo qualche mese fa, ovverosia la chiusura. Infatti nel maggio scorso, a causa degli italici problemi di folle burocrazia, l’Ulss 8 si è ritrovata nella condizione di non poter più garantire, a causa di problematiche di natura amministrativa, la retribuzione ad alcune figure fondamentali per il Centro di ricerca.

La temporanea soluzione è stata trovata grazie all’immediato intervento di Franco Scanagatta, presidente della Fondazione San Bortolo, e di Daniela Vedana, presidente dell’Associazione Vicentina contro le leucemie e linfomi – Associazione Italiana leucemie, sezione di Vicenza, che hanno impegnato i loro Bilancio fino al maggio del 2024 per garantire i 200 mila euro necessari a coprire le spese di parte del personale di cui è referente medico Francesca Elice, mentre fanno parte del gruppo le dottoresse Martina Bernardi, Daniela Catanzaro, Luisa Galla ed Anna Merlo.

Dal canto loro sia il direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giuseppina Bonavina, sia l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, hanno rassicurato sul futuro, dato che questo progetto si collegherà con il prossimo sviluppo di una piattaforma nazionale di produzione di terapie cellulari che dovrà consolidarsi nel tempo.

Fondato nel 2010 per volontà dell’allora primario di Ematologia, il prof. Francesco Rodeghiero, il LTCA dell’Ulss 8 fa parte della rete italiana delle “cell-factory”, ed è in grado di processare, manipolare geneticamente e preparare per l’utilizzo nel paziente delle cellule umane. Peraltro, cosa di non poco conto, è l’unico nel Triveneto e uno dei pochi in Italia, ad essere autorizzato per questi scopi dall’Agenzia Italiana del Farmaco. Collabora inoltre con altri Centri, in particolare lo IOV di Padova, l’Ematologia di Verona e di Padova, l’Università di Verona, la fondazione Città della Speranza di Padova, l’Ospedale Meyer di Firenze, l’IRCSS di Meldola, altre cell factory italiane e centri di ricerca internazionali.