Se al consigliere Berengo – scrive Simona Siotto, capogruppo gruppo consigliare lista Ruccosindaco – abbiamo chiesto le dimissioni, al Consigliere Naclerio dovremmo chiederle due volte e per due motivi altrettanto validi e preganti.
Alla richiesta di coerenza al voto espresso dagli elettori, vera cartina di tornasole delle qualità di ogni candidato politico, ed ancor più di ogni amministratore comunale, non si può tacere il fatto che il consigliere Naclerio è stato uno dei protagonisti del noto dossier dei cd. post fascisti, che tanto spazio purtroppo hanno occupato, a danno di ben più sostanziali argomenti, sia in campagna elettorale sia nell’immediato post elezione. Noi lo abbiamo difeso, ma forse ne avevamo sopravvalutato l’adesione civica.
Rimane la disapprovazione a quella modalità di dossieraggio. Ma la critica a quel metodo non supera, né diminuisce sotto alcun profilo, la gravità di quanto all’epoca emerso, ed ancor più la delusione, che oggi non si può nascondere, per aver cercato di contenere un consigliere che evidentemente aveva scelto di candidarsi in una lista di cui non condivideva né i valori, né lo spirito né i suoi ideali civici.
Il gruppo consigliare Ruccosindaco va avanti, sereno e consapevole della fiducia espressa dal voto elettorale del 10 giugno, che non può essere né dimenticato né oggi ridotto da una composizione in Sala Bernarda che oggi più di ieri non rappresenta la volontà dei cittadini di Vicenza, i quali certamente sapranno rendersene conto.
Lealtà e competenza si misurano nel campo, giorno dopo giorno, delibera dopo delibera, interrogazione dopo interrogazione, e questo vale per tutti coloro che vogliano misurarsi con il ruolo di amministratori di una città, quale che sia il loro ruolo o la loro appartenenza.
Il consigliere Naclerio è stato eletto in una lista, la nostra, libera e civica e liberamente ha scelto di andarsene. Gli auguro di avere la stessa libertà anche nel partito a cui ha “liberamente” aderito.