Il Veneto nel 2018 ha registrato 77.017 denunce d’infortunio di cui 121 mortali, con un incremento del 21% rispetto al 2017. Nella provincia di Venezia le vittime sono state 17, lo stesso numero di quelle registrate nei due anni precedenti. Nei primi mesi del 2019 rimane stabile la quantità delle denunce d’infortunio presentate all’Inail (269.431), ma cresce del 4% il numero degli incidenti “in itinere”, cioè avvenuti fuori dall’azienda con un mezzo di trasporto.
Sono i dati estrapolati dalla relazione Inail per l’anno 2018 e illustrati questa mattina a Mestre nel corso della 13. Assemblea provinciale promossa da CGIL CISL e UIL veneziane sul tema “Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro: costruiamo insieme la prevenzione”.
All’appuntamento, a cui ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, sono intervenuti il segretario nazionale Cisl Angelo Colombini, i segretari provinciali di CGIL Federica Vedova, Cisl Nicola Criniti, e Uil Carlo Biasin. Al centro del convegno, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti provinciali dell’Inail, di Confindustria e dello Spisal è stata l’occasione per approfondire il tema del rapporto tra pubblico e privato in tema di prevenzione, nei termini di rafforzamento della rete e di condivisione delle strategie.
Da un confronto sui dati – è stato evidenziato – appare come l’incremento sugli incidenti sul lavoro sia legato esclusivamente alla componente femminile. Crescono inoltre gli infortuni che riguardano i lavoratori extracomunitari (+3.5). Dall’analisi per classi d’età emergono aumenti tra gli under 30 e gli over 55. Il Veneto nei primi cinque mesi del 2019 ha avuto 31 morti di cui quattro nella provincia di Venezia, e tre “in itinere”. Le denunce di malattia sono state 59.500, il 2,6% in più rispetto al 2017.
“Appare evidente – ha evidenziato Federica Vedova nella relazione – come non sia sufficiente sollecitare il rispetto scrupoloso delle norme, dei piani di prevenzione e di controllo, ma che servano modalità e volontà attuative più efficaci: una sensibilizzazione verso queste tematiche per tutti gli studenti già dai banchi di scuola; un rafforzamento del ruolo del medico di famiglia per quanto riguarda l’ambito delle malattie professionali; l’introduzione dell’indice di sinistrosità nel calcolo dei punteggi per l’assegnazione degli appalti”.
“Non passa settimana – ha sottolineato l’assessore Venturini – in cui i giornali non annuncino una morte sul lavoro, che talvolta avviene in situazioni di irregolarità o borderline. A questo si aggiungono una serie di micro infortuni che non emergono, ma che impattano pesantemente sulla vita delle persone. Ecco perché è necessario fare prevenzione e lavorare per costruire una cultura della legalità. La sicurezza sul lavoro è un tema che deve coinvolgere lo Stato in primis, le Regioni, attraverso le Aziende sanitarie, ma anche i territori e i Comuni. Nel caso del Comune di Venezia e della Città metropolitana di Venezia – ha assicurato l’assessore – c’è la disponibilità ad aprire un confronto ulteriore per individuare e approfondire gli interventi più opportuni partendo dai più giovani che si affacciano al mondo del lavoro e che a volte guardano prima al reddito e al contratto e solo in un secondo momento pensano alla sicurezza. Anche per quanto riguarda i contratti al massimo ribasso, che il Comune di Venezia tiene ben lontani, ma che in Italia purtroppo costituiscono una pratica diffusa, credo che l’azione di sensibilizzazione dei sindacati sia fondamentale”.