L’assurdo audio sul Coronavirus della senatrice renziana, Il Fatto: “l’amica geniale Sbrollini e l’apocalisse su Whatsapp”

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Sbrollini col marito imprenditore assicurativo e sportivo Marelli a un convegno sugli impianti sportivi
Sbrollini col marito imprenditore assicurativo e sportivo Marelli a un convegno sugli impianti sportivi

Non ci resta che ridere. La voce nell’audio Whatsapp (clicca qui perAudio sul “Coronavirus” con la voce di Daniela Sbrollini e sua minaccia di querele per fake news. Sul suo audio con… fake news?” oppure clicca “play” di sotto) che in queste ore semina il panico sulla gravità del Coronavirus è di una senatrice della Repubblica: Daniela Sbrollini di Italia Viva (in cui è responsabile del settore sport, ndr). “Era un messaggio privato inviato a una chat di amici”, si giustifica la renziana. Le avremmo voluto chiedere, se solo avesse risposto al telefono: “Ma che razza di amici ha?”.

Ricapitoliamo i fatti: da mercoledì è in circolazione un audio Whatsapp, finito sulle chat dei parlamentari, con una voce femminile che divulgava informazioni molto allarmistiche sulla situazione del Coronavirus in Italia. Ecco il contenuto: “Sono qui al Senato, è intervenuta Elena Cattaneo, una delle scienziate più brillanti che abbiamo. È stata categorica: lei sostiene che le prossime tre settimane saranno quelle più decisive e preoccupanti. Perché pare che il Coronavirus si stia già trasformando in altri ceppi più gravi dove non ci sono più fasce di età tutelate. Suggeriscono, come scienziati, di chiudere tutto”. Il primo problema è che le informazioni sono false: la Cattaneo non ha mai detto questo (e infatti ha smentito subito per via ufficiale).

Il secondo guaio è che all’inizio l’audio viene attribuito al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina (per una vaga somiglianza con la sua voce). Lei smentisce indignata: “È fondamentale non dare spazio a notizie false che poi diventano virali creando inutili allarmismi. Ovviamente l’audio è un fake. Ho dato disposizioni per rintracciare gli autori. Le uniche fonti ufficiali sono quelle del governo”.

Giovedì sera, finalmente, si autodenuncia la renziana Sbrollini: “Prendo atto della diffusione di un audio, destinato a una chat tra amici, nel quale riferisco il contenuto di un intervento in aula di una titolata collega. Tale audio è stato divulgato e utilizzato strumentalmente da taluni che, evidentemente, intendono generare e diffondere confusione e timori”. Tutto spiegato: una senatrice diffonde informazioni apocalittiche sul Coronavirus in una “chat tra amici”, le attribuisce alla scienziata Elena Cattaneo (che però ha detto tutt’altro), poi i suoi “amici” fanno circolare l’audio privato e lo rendono pubblico. E viene accusata una ministra. Che meraviglia.ì

Non paga di una situazione già abbastanza ridicola, ieri Sbrollini ha deciso di alzare la posta. Non solo non ritiene di doversi scusare, ma accusa il resto del mondo di avercela con lei, di fare “sciacallaggio”. La senatrice non risponde ai giornalisti, ma si sfoga su Facebook. “L’audio è mio – conferma – e l’ho inviato su una chat privata, alla quale partecipano diversi amici e simpatizzanti di Vicenza e provincia”. Poi inizia il pianto greco: “Evidentemente qualcuno ha inteso manipolare la vicenda, strumentalizzandola al solo scopo di screditare la mia persona. Considero tale fatto un’operazione di sciacallaggio”. Sciacalli dunque sono gli altri (ma chi poi?), non la persona che ha manipolato le parole della Cattaneo in una chat “di amici” nei giorni del panico nazionale; le fake news sono quelle dei suoi detrattori, mica quelle che lei ha diffuso nel suo audio.

In piena sindrome da accerchiamento, Sbrollini minaccia anche querele: “Auspico che cessi l’attacco denigratorio attuato nelle ultime ore, significando che, in difetto, mi vedrò costretta, mio malgrado, a tutelare la mia immagine in sede giudiziaria”.

D’altra parte, è la stessa senatrice che il 30 gennaio, in aula, pronunciava queste solenni parole: “Di fronte a una situazione sanitaria così grave, serve ritrovare una forte unità del Paese. Il governo continui l’ottimo lavoro di monitoraggio. I media non creino allarmismi”. Ripetiamo: i media non creino allarmismi.

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