L’attività globale è in ripresa, il Bollettino economico n. 3 di Banca d’Italia

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Italia in ripresa
Italia in ripresa

Con i progressi delle campagne di vaccinazione la crescita del prodotto mondiale si è rafforzata (fonte Banca d’Italia, ndr); le prospettive sono in ulteriore miglioramento, ma in modo eterogeneo tra diverse aree. Un sensibile aumento dell’inflazione negli Stati Uniti ha riflesso ritardi nell’adeguamento dell’offerta al forte recupero della domanda, ma non si è finora esteso in misura significativa alle aspettative di medio termine. Le politiche monetarie restano espansive in tutti i principali paesi.

Il Consiglio BCE continua a sostenere l’economia e ha rivisto la strategia di politica monetaria

Nell’area dell’euro i rincari dei beni energetici hanno indotto un rialzo della crescita dei prezzi, che però dovrebbe essere temporaneo. A fronte di un quadro in generale miglioramento ma ancora caratterizzato da incertezze – legate all’andamento della pandemia e delle riaperture -, il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito che manterrà a lungo le attuali condizioni monetarie estremamente espansive, che restano essenziali per sostenere l’economia e per assicurare il ritorno dell’inflazione su valori coerenti con la stabilità dei prezzi nel medio termine. Secondo la nuova strategia di politica monetaria approvata dal Consiglio, un’azione espansiva particolarmente incisiva e persistente è necessaria quando i tassi di interesse sono in prossimità del loro limite inferiore.

In Italia riparte la crescita…

In Italia la variazione del PIL è stata lievemente positiva nel primo trimestre, a differenza degli altri principali paesi dell’area dell’euro, dove si è registrata una caduta del prodotto. In base agli indicatori disponibili, nel secondo trimestre la crescita si è accentuata, favorita dall’accelerazione della campagna di vaccinazione e dal graduale allentamento delle restrizioni, e sarebbe stata superiore all’1 per cento sul periodo precedente. Vi avrebbe contribuito, oltre a una nuova espansione dell’industria, anche l’avvio di un recupero nei servizi.

…sostenuta dagli investimenti…

La ripresa è sospinta soprattutto dagli investimenti; nelle nostre indagini le imprese riferiscono che le condizioni per investire sono in netto miglioramento e i piani di accumulazione stanno accelerando nel corso dell’anno. I consumi sarebbero tornati a crescere nel secondo trimestre, ma si mantiene elevata la propensione al risparmio, che risente ancora di motivi di carattere precauzionale.

…e dagli scambi con l’estero

Le esportazioni dell’Italia sono aumentate, in un contesto di rafforzamento del commercio mondiale. Nel primo trimestre si sono ridotti gli afflussi turistici; i dati della telefonia mobile forniscono però segnali di una ripresa delle presenze estere in Italia dalla fine di aprile. Si è confermata negli ultimi mesi la propensione da parte degli investitori esteri ad acquistare titoli italiani. La posizione creditoria netta sull’estero si è ulteriormente ampliata.

Dopo un nuovo calo, tornano ad aumentare gli occupati

Gli ultimi dati disponibili segnalano un incremento dell’occupazione nei mesi primaverili, con un parziale recupero di posizioni lavorative di giovani e donne nel bimestre maggio-giugno. L’occupazione era diminuita nel primo trimestre dell’anno in conseguenza del marcato calo nei servizi privati connesso con la risalita dei contagi.

Sale l’inflazione, ma resta molto bassa quella di fondo

L’aumento delle quotazioni delle materie prime, favorito dalla ripresa globale, si è riflesso sui prezzi al consumo, portando l’inflazione in giugno all’1,3 per cento, il livello più alto degli ultimi tre anni; al netto di energia e alimentari l’inflazione resta tuttavia molto debole (0,3 per cento). Non vi è evidenza di rilevanti effetti di ulteriore trasmissione dei costi energetici ai listini di vendita di beni e servizi finali; non emergono segnali di incrementi significativi dei salari.

Le condizioni sui mercati finanziari e del credito sono distese

L’orientamento accomodante della politica monetaria della BCE continua a tradursi in condizioni molto distese dei mercati finanziari e del credito bancario. Restano contenuti i rendimenti dei titoli di Stato: il premio per il rischio sovrano rimane al di sotto dei livelli osservati prima della pandemia. È proseguita la crescita dei prestiti alle società non finanziarie e alle famiglie. La domanda di credito delle imprese, per la maggior parte assistito da garanzie pubbliche, ha riflesso, oltre a esigenze di ristrutturazione dei debiti e a motivi precauzionali, l’intenzione di finanziare la ripresa degli investimenti.

Il Consiglio della UE ha approvato il PNRR

Il Governo ha introdotto nuove misure a sostegno di lavoratori e imprese con provvedimenti varati nel secondo trimestre dell’anno. A metà luglio il Consiglio della UE ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) inviato dal Governo alla fine di aprile.

Grazie al miglioramento sanitario e alle politiche espansive…

In questo Bollettino si presentano le proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana nel triennio 2021-23, che aggiornano quelle predisposte lo scorso mese per l’esercizio previsivo dell’Eurosistema. Le proiezioni dipendono dalle ipotesi che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale e globale, che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio – utilizzando sia risorse nazionali sia i fondi europei – e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie, come prefigurato dal Consiglio direttivo della BCE.

…il PIL accelererebbe dall’estate…

Sulla base di queste ipotesi, il prodotto accelererebbe in misura significativa a partire dal terzo trimestre, con una crescita in media d’anno attualmente valutabile al 5,1 per cento, che proseguirebbe nel biennio successivo (a ritmi del 4,4 nel 2022 e del 2,3 nel 2023). In questo quadro il PIL tornerebbe sui livelli precedenti la crisi pandemica nella seconda metà del prossimo anno.

…con un importante contributo degli investimenti

In controtendenza con quanto avvenuto successivamente alle due precedenti recessioni, la ripresa sarebbe caratterizzata da un forte contributo degli investimenti, che ricomincerebbero a crescere in maniera sostenuta grazie alle prospettive della domanda, alle condizioni favorevoli di finanziamento e al sostegno del PNRR. In questo scenario, alla fine del triennio il rapporto tra investimenti e PIL si riporterebbe sui livelli prevalenti prima della crisi globale del 2008-09; il peso sul prodotto della componente pubblica tornerebbe, dopo un decennio, in linea con la media europea. Il recupero dei consumi sarebbe più graduale; l’inflazione nel prossimo biennio rimarrebbe contenuta, attorno all’1,3 per cento.

Il quadro dipende però da efficacia e tempestività degli interventi…

Questo quadro è tuttavia fortemente dipendente dall’efficacia e dalla tempestività delle misure di sostegno e rilancio, che nella simulazione innalzano il livello del PIL di circa 4 punti percentuali cumulati nel triennio di previsione; circa la metà di tale effetto è attribuibile agli interventi del PNRR. Un ulteriore stimolo alla crescita negli anni successivi all’orizzonte di previsione potrebbe prodursi attraverso effetti sulla produttività derivanti dagli investimenti pubblici e dalle riforme prefigurati nel PNRR.

…nonché dall’evoluzione della pandemia

I principali elementi di incertezza rispetto alle proiezioni di crescita sono legati all’evoluzione della pandemia – che può influire su consumi e investimenti -, alla modalità di attuazione dei progetti connessi con il PNRR e alla loro capacità di incidere anche sulla crescita potenziale, nonché alla risposta dei consumatori alle riaperture dell’economia.

I rischi di inflazione sono bilanciati

I rischi attorno alle proiezioni di inflazione sono bilanciati e dipendono anche dalla sua evoluzione nell’area dell’euro. Da un lato, il permanere di ampi margini di capacità inutilizzata potrebbe ritardare la ripresa delle retribuzioni; dall’altro, un’azione persistente di sostegno all’attività economica potrebbe favorire, nell’area dell’euro e in Italia, un ritorno più rapido delle aspettative e della dinamica salariale verso valori coerenti con la definizione di stabilità dei prezzi.

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