I capogruppo della lista di minoranza di Vicenza Quartieri al Centro lancia in un comunicato un quesito sul futuro dei lavoratori di Aim dopo la fusione con Agsm, partendo dalla lettera di auguri di Natale in cui si legge che “per la maggior parte” di loro non cambierà nulla. A tal proposito il consigliere di minoranza ha presentato un’interrogazione al sindaco Rucco.
“Qualche giorno fa i Direttori generali Daniela Ambrosi di Agsm e Renato Guarnieri di AIM hanno spedito via mail agli oltre due mila dipendenti delle due società una lettera dai toni trionfalistici, ma con una conclusione che suona sinistra e preoccupante – spiega il capogruppo di QAC – . Dopo aver ricordato pomposamente il grande successo ottenuto con questa fusione (di sicuro per Verona: non solo farà sparire il marchio AIM, ma potrà nominare per sempre Presidente e Consigliere delegato, ovvero le due posizioni chiave emarginando Vicenza; inoltre Agsm si è portata a casa anche l’area mercato, ovvero la gestione delle bollette); dopo essersi incensati attribuendosi il merito di aver scritto una pagina storica nel panorama delle multiutility, sciorinando concetti come “corridoio industriale” che si concretizzerà tra Vicenza e Verona, e che creerà un “volano anticiclico” formidabile, i due Direttori generali piazzano il siluro che probabilmente stavano architettando da tempo”.
“Nell’ultimo capoverso della lettera, laddove si dice che molti dei duemila dipendenti si stanno chiedendo giustamente, a 20 giorni dalla fusione, “che ruolo avranno nella futura organizzazione”, la risposta che arriva dai due Direttori e che lascia a dir poco di sasso è la seguente: “per la maggior parte delle persone che faranno parte del nuovo Gruppo, le attività non si modificheranno particolarmente perché il loro ruolo e la loro sede di lavoro rimarranno invariati”.
“Che cosa significa questa affermazione, messa nero su bianco e spedita ai lavoratori di AIM e Agsm, alla vigilia di Natale e del nuovo anno? – prosegue il consigliere di opposizione – Soprattutto, che cosa si devono aspettare quanti, dei due mila lavoratori, non fanno parte della “maggior parte”? Quanti saranno? Cambieranno, e come, mansioni? Chi le deciderà? I soliti consulenti super pagati di Milano che non conoscono nulla delle due aziende né, tantomeno, delle persone che vi lavorano? E circa la sede di lavoro, assisteremo a penosi, umilianti e pesantissimi spostamenti, questa volta sì, lungo il “corridoio industriale” della A4 nel tratto Vicenza Verona, di lavoratori vicentini?”.
“Ma non era appena qualche settimana fa che il sindaco Rucco aveva firmato con i sindacati un accordo nel quale l’azienda si impegna a rispettare e valorizzare le competenze interne, senza modificare la sede di lavoro? E non ci era stato promesso, sempre dai guru della finanza milanese, che erano in arrivo prima 600 nuovi posti di lavoro, poi ridottisi a 200, e ora invece nemmeno quelli perché vedremo personale, giovani madri con figli piccoli o dipendenti che sono in azienda da oltre 30 anni, andare avanti e indietro da Verona? Tutto ciò premesso – conclude il consigliere di minoranza – si chiede all’Amministrazione di rispondere su tutto quanto sopra esposto, in aula e per iscritto”.