Tre lavoratori in nero, due dei quali immigrati irregolari in Italia, sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza in un laboratorio tessile di Cassola. Le fiamme gialle hanno riscontrato anche irregolarità nell’ambito della sicurezza sui luoghi del lavoro e multato per circa 20 mila euro il responsabile dell’attività, di nazionalità cinese.
Come se non bastasse, i lavoratori soggiornavano in alloggi ricavati nello stesso laboratorio, in precarie condizioni igieniche, come mostra un video girato dai militari del comando provinciale di Vicenza che pubblichiamo qui sotto.
“In definitiva – spiegano le fiamme gialle vicentine -, il bilancio complessivo dell’operazione di servizio è di 3 lavoratori in nero scoperti, dei quali 2 cittadini extracomunitari denunciati per ingresso e soggiorno illegale nello Stato poiché sprovvisti di permesso di soggiorno; denuncia del titolare di una ditta individuale per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri extra comunitari privi del permesso di soggiorno; irrogazione di una sanzione amministrativa di oltre 20.000 euro; sequestro preventivo d’urgenza di un laboratorio e di numerosi macchinari per violazioni alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, con contestuale denuncia del titolare per le norme concernenti la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Ad operare nel laboratorio tessile di Cassola i finanzieri del Gruppo di Bassano del Grappa che hanno identificato 3 lavoratori in nero, tutti di nazionalità cinese. Oltre a denunciare i due stranieri senza permesso di soggiorno, i militari hanno denunciato alla Procura di Vicenza il datore di lavoro per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri extra comunitari privi del permesso di soggiorno per lavoro subordinato.
È stata inoltre formulata all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Vicenza una proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale stante la presenza di personale in nero in misura superiore al 10% di quello presente sul posto.
Quanto agli aspetti legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, i finanzieri hanno riscontrato l’assenza di un’idonea segnaletica di sicurezza e vie di fuga ostruite per via dell’accumulo di scarti di lavoro sul pavimento. Le macchine da cucire sono risultate sprovviste di qualunque tipo di congegno di sicurezza.
“Inoltre – ancora le fiamme gialle -, il datore di lavoro non ha sottoposto a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute, non ha verificato preventivamente la compatibilità delle condizioni di salute, non ha fornito i necessari dispositivi di protezione individuali (DPI) e neppure nominato alcuna figura normativamente prevista per la tutela dei lavoratori, in sostanza non adempiendo ai connessi obblighi di informazione, formazione e addestramento, di verifica periodica dell’impianto elettrico e di valutazione dei rischi”.