Liberi e Uguali esprime solidarietà e vicinanza alla lavoratrice sequestrata e torturata nel Veronese dal suo datore di lavoro, con cui aveva una relazione. Ferma condanna va a questo comportamento criminale, in cui sono sommati i fenomeni disumani dello sfruttamento del lavoro e della violenza sulle donne. «Una donna, una lavoratrice è stata sequestrata e torturata per 2 settimane a Sommacampagna, in provincia di Verona, e nessun esponente del governo regionale o nazionale ha detto una parola.
Nessuno. Basta che un africano sia indagato per qualche atto di violenza e subito parte il tam tam nelle chat di Salvini e della Lega… Se invece una donna polacca viene segregata in un cassone per la raccolta delle mele per due settimane, allora nessuno dice niente. Le parole di solidarietà della Cgil hanno risuonato nel silenzio di chi occupa ruoli di governo». Così – in questa nota stampa – il consigliere regionale Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), che mercoledì 5 settembre ha depositato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta regionale “quali interventi intenda mettere in campo nell?immediato avuto riguardo sia alle problematiche dello sfruttamento lavorativo sia alla tutela delle lavoratrici rispetto ad atti di violenza commessi nei loro confronti”.
«1 milione 403mila donne hanno subito almeno una molestia fisica o un ricatto sessuale sul posto di lavoro nella loro vita. Sono il 9 per cento (l?8,9%) delle lavoratrici attuali o passate. Due aziende su tre non rispettano le norme sul lavoro e applicano contratti irregolari, una azienda su tre ha almeno un lavoratore in nero. Ho fatto più volte presente che questi problemi riguardano anche il Veneto, con interrogazioni e mozioni, alcune delle quali approvate dal Consiglio regionale, ma dalla Giunta Zaia continuano a mancare atti concreti. È inaccettabile: stiamo parlando di situazioni abnormi, che riguardano milioni di cittadini e che vengono quotidianamente ignorate dalla Lega che governa il Veneto da ormai vent’anni. Chiacchierano di sicurezza ma non vogliono proteggere le lavoratrici del Veneto».