Lavoro giovanile, Camani (Pd): “sempre più precario e mal pagato: in Veneto problemi ormai strutturali, urgente un cambio di rotta”

326
Lavoro svolto, il diritto di essere pagati
Lavoro svolto, il diritto di essere pagati

“I giovani in Veneto non lavorano abbastanza e i loro salari sono bassi. I dati sul lavoro giovanile diffusi dall’Ufficio statistica della Regione ci restituiscono una fotografia preoccupante che non possiamo limitarci ad osservare.”

Vanessa Camani, vice capogruppo in Consiglio regionale e responsabile lavoro del Partito Democratico Veneto, commenta così i report sull’occupazione nella fascia 20-29 anni che mostra una diminuzione di ben 11 punti percentuali in termini assoluti, negli ultimi 10 anni.

“Occorre invece intervenire presto, utilizzando gli strumenti nazionali e mettendoci anche del nostro. Meno di un giovane su due, il 48,5 per cento riesce a trovare lavoro, con le purtroppo immancabili disparità di genere, ben 15 punti di differenza tra ragazzi e ragazze e sempre più spesso con contratti precari. Solo il 57 per cento – aggiunge la consigliera – è assunto a tempo indeterminato, 17 punti in meno nel giro di 15 anni, mentre il part time involontario è cresciuto del 25 per cento”.

“La pandemia ha avuto un impatto pesante, ma sarebbe riduttivo e sbagliato pensare che sia la sola causa. Ha semmai accelerato alcuni processi e acuito delle criticità, ma la questione del lavoro giovanile in Veneto presenta ormai problemi strutturali che richiedono un rapido cambio di rotta. A livello nazionale – sottolinea Camani. – ci sono degli strumenti utili per migliorare la situazione: incentivi all’occupazione, con la riduzione dei contributi previdenziali per i giovani assunti; il bonus occupazionale per le eccellenze; gli incentivi per gli imprenditori agricoli e per l’apprendistato. Nella stessa ottica vanno visti il costante rafforzamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro, a cui si aggiungono le risorse del Pnrr e del Gol, programma nazionale Garanzia di occupabilità. Serve però uno specifico progetto del Veneto per il Veneto, che si fondi sul nostro modello formativo e produttivo, che agisca efficacemente per la promozione del lavoro di qualità per ragazze e ragazzi, anche partendo da una revisione della disciplina dei tirocini extracurriculari e dell’apprendistato”, conclude Camani.