Mentre alcuni dimostrano granchi blu alle conferenze stampa, le imprese venete affrontano una crescente difficoltà nel trovare manodopera. Negli ultimi diciotto mesi circa – dichiarano in un comunicato l’on. Enrico Cappelletti e la sen. Barbara Guidolin (M5S) – le barriere nel reperimento di manodopera sono aumentate dal 40,3% al 47,9%, minacciando il Made in Italy in settori chiave e preoccupando gli imprenditori.
Agosto 2023 vede una difficoltà di reperimento al 47,5% mentre i settori più sofferenti sono quelli della installazione e manutenzione (64,2%), progettazione e Ricerca&Sviluppo (61,2%) – proseguono i due parlamentari del M5S – e sistemi informativi (52,9%) in maggiore difficoltà. Professioni come carpenteria metallica (70,5%), costruzioni (69,9%) e conduzione di impianti e macchinari (56,6%) risultano particolarmente impossibili.
Il Veneto, al 51,4%, riflette un trend in cui la carenza di candidati si associa a una preparazione insufficiente anche a livello nazionale (10,8%).
Le aziende venete intensificano le collaborazioni con istituti tecnici e professionali, offrono stage, tirocini, e promuovono competenze trasversali. Welfare aziendale, flessibilità oraria, smart working e miglioramento del clima aziendale sono strumenti e opportunità adottati e offerte per affrontare l’emergenza incancrenita.
Come è possibile, al di là dei riferimenti regionali o di altra tipologia, che in un corso di formazione professionale triennale un docente laureato in matematica – insistono Cappelletti e Guidolin – possa essere anche docente di economia e non possa farlo un docente diplomato in ragioneria con ampia esperienza nella docenza della materia o laureato in economia?
La formazione professionale richiede un’attenzione urgente: occorre allineare i corsi finanziati o riconosciuti con gli strumenti formativi e contenuti appropriati. È essenziale colmare il divario tra scuola e lavoro, – concludono Cappelletti e Guidolin – formando giovani per rinvigorire il Made in Italy o Made in Veneto in tutti i suoi settori.