Nel 2000, quando per molti Internet era ancora considerato una novità e concetti come social media e smartphone erano sconosciuti, c’era qualcuno in Italia che aveva già intuito il futuro. Questa persona, Federico Marchetti, ci racconta la sua straordinaria storia personale in “Le avventure di un innovatore“, che è stato scritto per Longanesi con la giornalista Daniela Hamaui e la cui prefazione è “firmata” Giorgio Armani.
Oggi, 4 ottobre, presso la sede Otb di Breganze, Renzo Rosso e Federico Marchetti, in occasione dell’uscita del libro, hanno dialogato intensamente sotto la “guida” sapiente e complice, ma non troppo, della collega Laura Tecce.
La conduttrice della rubrica Rai Underdog, “Gli sfavoriti”, è, infatti, abituata (è lei stessa a raccontarsi così) a incontrarsi con eminenti figure del mondo dello sport, dell’imprenditoria e dello spettacolo per esplorare le qualità che distinguono le persone vincenti su cui pochi avrebbero scommesso e per svelare i momenti chiave delle loro carriere, comprese le svolte e i fallimenti dai quali sono emersi più forti, affrontando la sfida più importante di tutte: quella con se stessi.
L’evento, che ha avuto luogo davanti a un pubblico composto da invitati di diverse estrazioni, giornalisti e dipendenti, che, come sottolinea il fondatore della Diesel, Rosso, egli stesso ama chiamare “amici“, ha rappresentato un momento di confronto tra due innovatori di spicco nel mondo della moda: da un lato Renzo Rosso, noto per aver reinventato il jeans con Diesel, sfidando marchi storici come Levi’s e Wrangler, soprattutto negli Stati Uniti; dall’altro Federico Marchetti, il quale ha rivoluzionato la moda portandone il commercio sul web attraverso Yoox. È importante sottolineare che Renzo Rosso è stato uno dei pochissimi a scommettere su Marchetti e sulla sua neonata piattaforma di e-commerce di moda più di vent’anni fa.
La storia di Marchetti, per molti aspetti simile a quella di Rosso, le cui risposte a Laura Tecce si sono intrecciate vivacemente con quelle dell’amico Marchetti, a cui diamo predominanza in questa cronaca ad evento finito da poco perché di Rosso si sanno già un bel po’ di… cose, inizia come quella di un giovane di provincia che parte per gli Stati Uniti per studiare, ma ben presto, dopo varie esperienze formative ma non abbastanza soddisfacenti si innamora del mondo emergente del Web.
Tornato in Italia, decide di intraprendere un’avventura audace: fondare la sua azienda YOOX. Alla domanda di Laura Tecce (fatta, come tutte le altre anche a Rosso) se ha avuto coraggio nel tornare e (ri)partire da zero l’inventore di Yoox risponde sinceramente: “Non ho avuto coraggio, non avevo trovato di meglio…. Poi il coraggio l’ho avuto in scelte successive“.
La sua intuizione, all’epoca semplice ma geniale, consiste nel prendere gli abiti dei grandi marchi rimasti invenduti a fine stagione e offrir loro una seconda opportunità. O, in altre parole, nel fornire a un mercato ancora tutto da inventare e, poi, sviluppare – quello degli acquisti online – la possibilità di acquistare capi di moda da un sito.
Partendo da un modesto magazzino alla periferia di Bologna, Marchetti trasforma YOOX nel primo e-commerce di moda al mondo (prima con gli invenduti, poi con i pret-a-porter e, infine, con i brand, Diesel per primo). Questo straordinario successo internazionale è stato ottenuto puntando decisamente sulla digitalizzazione e l’innovazione, ma senza mai perdere di vista la creatività e la soddisfazione del cliente. Inoltre, Marchetti si è sempre distinto per il suo impegno nelle cause sociali e per il rispetto dell’ambiente.
L’innovazione è stata la chiave del successo dell’impresa di Marchetti, che è diventata il primo “unicorno” italiano, termine che nel settore del venture capital si riferisce a qualsiasi startup raggiunga una valutazione di 1 miliardo di $).
Questa costante ricerca di innovazione, da un certo momento in poi ispirata anche alla “sostenibilità” (Marchetti: “prima non ci pensavo poi è diventata un faro per me e deve esserlo per tutti“; Rosso: “la sostenibilità è dentro di me che nasco da una famiglia contadina“) gli ha permesso (e gli permetterà ancora, ne siamo certi) di avere una vita ricca di casualità e opportunità inaspettate ma ben sfruttate (“sono un imprenditore, non un manager“) come quella di incontrare, prima, i protagonisti del mondo della moda e i giganti della tecnologia e, ora, di collaborare con Re Carlo III per concepire e realizzare nuovi progetti incentrati proprio sulla sostenibilità.
In questi progetti è impegnata una task force globale, la cui logica è un riferimento anche per la moda sostenibile che deve basarsi sull’integrazione di tecnologia, umanesimo e intelligenza artificiale e affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: la crisi climatica. Federico Marchetti dimostra così che l’innovazione non è solo un mezzo per il successo imprenditoriale, ma anche un’arma potente per affrontare le sfide globali e contribuire a un futuro migliore trovando consenso e sostegno da parte di Rosso: “oggi l’80% della nostra produzione è certificata come sostenibile e non solo per le materie utilizzate e la loro lavorazione ma anche per il coinvolgimento sostenibile, appunto, di chi fa parte dell’intero processo“).
“Le avventure di un innovatore” sottolinea l’importanza dell’umiltà e della prudenza, insegnate a Marchetti dalle sue umili origini familiari. Queste qualità lo hanno guidato nel suo percorso imprenditoriale e gli hanno permesso di mantenere la sua integrità anche quando si è trovato di fronte a decisioni difficili, come quelle riguardanti gli investitori.
Una delle parti più interessanti del libro riguarda il magazzino di YOOX a Bologna, dove Federico Marchetti ha introdotto l’automazione attraverso robot. Questa innovazione ha dimostrato l’anticipazione dell’imprenditore ravennate nel campo dell’intelligenza artificiale, altro settore che affascina Renzo Rosso.
Il libro offre uno sguardo interessante sull’approccio di Marchetti alla tecnologia e alla sua visione della moda: la moda non può essere ridotta a un algoritmo, ma è intrinsecamente legata a concetti intangibili di bellezza e desiderio, una prospettiva che riflette la sua sensibilità estetica.
Non a caso Federico Marchetti, come racconta in “Le avventure di un innovatore”, scelse di celebrare il suo successo economico acquistando un quadro anziché uno yacht o un aereo privato. Questa scelta riflette anche la sua profonda ammirazione per la cultura giapponese, in particolare per il concetto di “wabi-sabi”. Questa filosofia giapponese enfatizza l’idea che l’imperfezione e l’effimero siano elementi intrinseci della realtà e non limiti. In questo modo, Marchetti abbraccia l’idea che la bellezza possa emergere dall’imperfezione e dalla transitorietà (“si diventa più forti quando si sbaglia“, dicono all’unisono Marchetti e Rosso).
L’autore, innovatore per eccellenza, nel suo libro presentato oggi in Otb sottolinea che YOOX è sempre stato un’azienda orientata verso la tecnologia ma al tempo stesso umana (“YOOX non avrebbe potuto nascere in America“) e mette in luce come la moda sia un settore intrinsecamente intangibile, basato sull’idea di una bellezza unica e sul desiderio di questa bellezza. La moda, secondo lui, non può essere ridotta a un algoritmo e l’unicità dei designer come Giorgio Armani risiede nella loro cultura, gusto, immaginazione e spirito imprenditoriale.
“Le avventure di un innovatore” offre anche un’analisi della carriera di Marchetti fino ai suoi primi cinquant’anni, con un focus speciale sul suo ultimo giorno di lavoro a YOOX. Questo momento, trascorso nel magazzino all’Interporto di Bologna anziché nell’ufficio a Milano, è stato particolarmente significativo.
Nel suo libro Federico Marchetti ricorda come il suo primo grosso finanziatore sia stato Elserino Piol, ex amministratore delegato di Olivetti, appena scomparso ma all’epoca uno dei più illuminati venture capitalist. In sole tre settimane, Federico Marchetti ottenne tre miliardi di lire, corrispondenti a un milione e mezzo di euro, in cambio del 33 per cento della futura società, ma con l’impegno a partire in soli tre mesi per mettere a punto processo, organizzazione e per realizzare le prime vendite (“Se lui ci crede così tanto da aver abbandonato tutto, perché non dovrei crederci io?“, disse Piol).
“Oggi quale aspirante imprenditore potrebbe sperare di ottenere una somma del genere ancor prima di iniziare?“, chiediamo ia due innovatori top.
“Nessuno, in Italia” – ci confermano sconsolati Federico Marchetti e Renzo Rosso, che, però fu tra i primi a credere così tanto in YOOX da investirci personalmente, visto che il management aziendale gli sconsigliò di farlo con la società, e ci realizzò un grosso utile (“Grazie Federico“, gli dice sorridendo il patron dello storico Vicenza Calcio, che aggiunge: “Ora che senza di te non va bene, ricompriamocela a poco…!“)) quando la società fu quotata in borsa e Marchetti, programmando l’operazione tre anni prima, ne uscì.
Ma come cercare un finanziatore top ce l’hanno comunque suggerito: per convincere un investitore serve convinzione folle nella propria idea, dedicarsi solo a quella senza stare con piede in due staffe (“impresa e lavoro alternativo“) e, poi, carisma nel proporre il progetto.
Il libro alla fine, e senza dubbi, lo abbiamo acquistato perché è ricco di storie e aneddoti, anche gustosi, e perché a 72 anni, visto che Rosso parlava oggi di previsioni di vita che vanno verso i 120, ci sentiamo ancora abbastanza giovani, dopo le nostre esperienze a Roma nel mondo nazionale dei Personal computer (Steve Jobs fu il mio maestro), a Vicenza nel volley femminile di A1 e, sempre qui e a Roma, nell’editoria/giornalismo, per cercare quell’investitore che avrebbe reso più facili, e magari incrementato, i successi conquistati nell’informatica e nello sport e consoliderebbe oggi la nostra impresa attuale: fare informazione senza lacci e lacciuoli.
E anche col divertimento provato stasera ad assistere in Otb al colloquio tra due maestri di innovazione come Federico Marchetti, l’alternativa ad Amazon nella moda, e Renzo Rosso, l’imprenditore identitario nello stesso mondo e che sa confrontarsi con i colossi francesi.