Le Botteghe Oscure di Vicenza a Porta Santa Croce: dal 1991 il palazzo è abbandonato

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ex sede pci
L'ex sede del PCI

(Articolo sulle Botteghe Oscure di Vicenza da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Sacrestia d’Italia venne ribattezzata Vicenza: città dai cento campanili e dalla Democrazia Cristiana imperante con l’apice toccato ai tempi del vicentino Mariano Rumor, presidente del Consiglio dei Ministri a cavallo degli anni ’60 e ’70. Nel cuore della Sacrestia d’Italia, a Porta Santa Croce, centro storico della città berica, dopo la Seconda Guerra Mondiale e grazie all’auto finanziamento dei militanti del Partito Comunista era stato acquistato un palazzetto anni ’30 stile liberty da destinare alla sede della Federazione provinciale del Pci di Vicenza. Era a due passi dalla parrocchia dei Carmini, una delle più grandi e influenti della città, dalla quale proviene, ad esempio, Agostino Marchetto, nominato da pochi mesi cardinale da Papa Francesco. Una vicinanza, sia pure sfalsata nel tempo, in stile Don Camillo e Peppone: i militanti storici del partito ancora oggi ricordano le grandi feste ospitate nella sede Pci visto che non erano concesse le sale dei Carmini. Eppure, di giorno era usuale vedere cattolici iscritti al Pci che passavano dalla sede alla vicina Chiesa per andare a Messa, anche se all’epoca c’era una sorta di “scomunica”, non promulgata dalla Chiesa di Roma ma sottintesa da quella berica. Chi passa ora davanti alla ex sede di Santa Croce vede un edificio abbandonato, come tanti in città. Ma basta chiudere un istante gli occhi per far affiorare il ricordo di una città politicamente più viva.

La prima sede occupata di fianco del Teatro Olimpico

La prima sede comunista a Vicenza, dopo gli anni del fascismo, secondo memorie non ufficiali, sorse a fianco del Teatro Olimpico occupando alcune stanze di Palazzo del Territorio che sorge di fronte a Ponte degli Angeli. Non fu stipulato un contratto e quando l’ordine statale venne ristabilito la sede dovette chiudere. Nei primi anni dopo la nascita della Repubblica i militanti comunisti vicentini decisero allora di promuovere una raccolta fondi tra gli iscritti, a rate e durata fino al 1957, per riuscire a sostenere i costi dell’acquisto della nuova casa del partito, oltre che per sostenere il giornale l’Unità (tessera nella foto).

La Botteghe Oscure di Vicenza

In via delle Botteghe Oscure, nel centro storico di Roma, sorge uno storico palazzo che è stato simbolo del Partito Comunista Italiano. Acquistato nel 1946 per 30 milioni di lire dal partito allora guidato da Palmiro Togliatti, nel 2022 la Finanziaria Tosinvest, proprietaria attuale dell’immobile, ne annunciò la trasformazione in Hotel a 5 Stelle. A Vicenza, invece, fu l’Immobiliare Castello a gestire dal 1956 tutte le proprietà del Partito Comunista. Poi lo storico tesoriere Ugo Sposetti, dopo la trasformazione del PCI in PDS, creò una società per gestire gli immobili più rilevanti del Pci, tra cui la sede di Santa Croce, e una galassia di fondazioni per le sezioni territoriali più piccole: nel Vicentino fu denominata Fondazione Nordera Busetto.

Luigi Berlinguer e Rolando
Luigi Berlinguer e Giovanni Rolando

All’interno del palazzo della sede di Santa Croce non si trovano più documenti del partito: tutti i faldoni sono stati trasferiti negli anni ’90 prima alla nuova sede in viale del Mercato Nuovo e poi alla Casa del Popolo di Santorso. Per un periodo negli anni ’70, durante la Guerra Fredda, alcuni documenti vennero portati anche nella vicina Jugoslavia comunista di Tito. L’agenzia immobiliare, che ha ora in carico l’immobile, da noi contattata ci ha informato che attualmente nel palazzo di Santa Croce in vendita ci sarebbero il negozio a piano terra e un appartamento che verrà ristrutturato a breve, così come è prevista prossimamente una ristrutturazione per il palazzo storico. Il cortile interno oggi è utilizzato come garage privato per auto. Alla sede del Pci c’era anche un accesso secondario dal retro, da contrà del Borghetto, dalla quale si può intravedere il giardino interno con verde incolto (foto).

Le associazioni e sezioni territoriali

Nel palazzo di Santa Croce venivano affittate delle stanze a diverse associazioni, anche esterne al partito, le ultime ancora leggibili oggi sulle etichette del citofono: Djnamo, composta da giovani giornalisti che si occupavano di comunicazione, l’associazione culturale Vicenza90 e la Fgci, la federazione dei giovani comunisti. Alla sede centrale di Santa Croce facevano riferimento le sedi delle sezioni territoriali della città, diramate nelle sette circoscrizioni e in alcune aree della provincia tra cui le più importanti erano a Schio e Valdagno, vista la presenza delle industrie Rossi e Marzotto. Nel centro storico, oltre a Santa Croce, c’era un’altra sede distaccata in contrà delle Grazie. Due sezioni Pci erano aperte anche all’interno dei luoghi di lavoro in città: alla Zambon, in zona industriale e all’Officina Grandi Riparazione delle Ferrovie dello Stato, nel quartiere Ferrovieri.

Anche a Vicenza una travagliata svolta della Bolognina

La svolta della Bolognina, storica sezione del PCI di Bologna, segnò l’epilogo di un processo politico che, partendo dalla fine degli anni 70, portò il 12 novembre 1989 il segretario del PCI Achille Occhetto ad annunciare lo scioglimento del Partito Comunista, che il 3 febbraio 1991 si trasformò Partito Democratico della Sinistra (PDS) dopo un travagliato periodo di transizione con lunghe assemblee e congressi. E anche alle “Botteghe oscure” di Vicenza, dove, dopo un appassionato dibattito, prevalse la linea di Occhetto. Dal balcone della sede di Santa Croce lo stesso giorno venne sostituita la bandiera con la falce e martello con quella della quercia, il nuovo simbolo. Ultimo segretario della federazione provinciale Pci di Vicenza fu l’asiaghese Diego Bardelli, che col PDS divenne assessore della Provincia. Per la storia della federazione vicentina del PCI fu importante anche la figura di Giuseppe Pupillo, padre di Sandro, attuale capo di Gabinetto del sindaco Giacomo Possamai. Pupillo fu il primo e unico Presidente della Regione Veneto arrivato dal PCI, anche se per un solo anno dal 1993 al 1994. L’ultimo congresso provinciale del Partito Comunista Italiano fu svolto all’Auditorium Canneti all’interno del Palazzo del Territorio, la prima sede non ufficiale. La storia che ritorna.

tessera sottoscrizione
Storica tessera di sottoscrizione a “L’Unità”

Il ricordo di Rolando

Addetto all’organizzazione del PCI-PDS c’era anche Giovanni “Gianni” Rolando (nella foto in sede a Santa Croce con Luigi Berlinguer, cugino di Enrico e da poco deceduto), politicamente impegnato ancora oggi, anche se ha lasciato ogni incarico e ruolo ufficiale, e che ricorda alcuni compagni piangere al momento della svolta: “Nessuna nostalgia certo, ma la consapevolezza che il partito fondato da Antonio Gramsci nel 1921 con alterne vicende, almeno dal dopoguerra in poi è stato un grande partito. Un partito popolare e di massa che stava dalla parte della democrazia, contribuendo a fare vivere la Costituzione e a stare dalla parte dei lavoratori per le conquiste sociali più importanti”.

Si può stare da qualunque parte oggi, ma è innegabile il vuoto che ha lasciato la sparizione dopo il 1992 delle “parti”, i partiti, reali espressioni di visioni, diverse ma ideali, della società, che dicono di rappresentare a livello locale, spesso e solo, aggregati che si sono appropriati del comodo, ma talvolta, deviante appellativo di “civici”.