“La disuguaglianza tra uomini e donne è aumentata in epoca post Covid- afferma Diana Palomba, presidente dell’associazione-network Feminin Pluriel-. Già una ricerca fatta in epoca pre Covid sottolineava gli aspetti critici delle donne che si trovano a gestire faticosamente famiglia e lavoro. Ora, l’emergenza sanitaria ha fatto emergere una situazione ancora più drammatica per le donne. Ad esempio la chiusura di scuole e centri estivi, ha penalizzato le donne con figli e con libera professione. Io stessa, avvocato e madre di tre figli, ho avuto difficoltà a gestire il mio tempo fra il mio lavoro e l’aiutare i miei figli a gestire la didattica a distanza. Che messaggio viene dato alle giovani donne? Di rinunciare alla maternità perchè non è un Paese per mamme?”
L’avvocato Palomba è stata protagonista ieri di un evento, un webinar (on line) dal titolo “Da donna a donna” durante il quale è stata presentata la ricerca esclusiva “Donne professioniste in Italia”, promossa dal Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata (FISSPA) dell’Università? di Padova e dall’associazione Feminin Pluriel It, associazione internazionale femminile nata nel 1992 in Francia.
“Ci sono molte più laureate che laureati, ma essendoci meno occupazione femminile in Italia sempre più ragazze uscite dall’università migrano all’estero, questo è il vero problema”. Così ha esordito il professor Luca Trappolin, Sociologo dell’Università di Padova, sul tema del gender gap in Italia. La ricerca condotta dalla dottoressa Asia Rubbo declina, partendo dall’esperienza di 19 donne “possibili scenari, sulla condizione delle donne che scelgono di intraprendere una carriera professionale di livello, offrendo uno spaccato a oggi sulle differenze di genere tra lavoro, famiglia e stereotipi, con un focus speciale sugli effetti provocati in questo ambito da Covid-19 e lockdown”.
All’incontro virtuale (webinar) hanno partecipato oltre al Prof. Luca Trappolin, Sociologo dell’Università di Padova e responsabile scientifico della ricerca “Donne professioniste in Italia” e ad Asia Rubbo,ricercatrice per il progetto, Katia Da Ros, vicepresidente Feminin Pluriel Italia, Doriana Del Sarto, board member Feminin Pluriel Italia, Nicoletta Lanza, CEO di Formenergy Srl e Diana Palomba, Presidente Feminin Pluriel Italia.
A introdurre l’argomento la Dott.ssa Katia Da Ros, vicepresidente Feminin Pluriel Italia, imprenditrice veneta, che ha presentato il progetto e spiegato perché l’associazione ha deciso di realizzare questa ricerca. “Il tema dell’education”, spiega, “è tra i focus dell’associazione, per questo abbiamo voluto sostenere questa ricerca legata anche al progetto di mentoring targato Feminin Pluriel Italia dal titolo ‘Da donna a donna – Il volto umano del successo’, nato nel 2012 e partito a Milano grazie al lavoro di scambio e condivisione tra diverse donne in carriera e i giovani del Collegio San Carlo”.
Il progetto di mentoring “Da donna a donna – Il volto umano del successo” è stato quindi approfondito nel webinar da Doriana Del Sarto, che ha chiarito come l’obiettivo dell’iniziativa sia quello di “stimolare le nuove generazioni a nuove idee e immagini legate “alla donna di successo”, scalfendo tra i giovani il relativo stereotipo di donna infelice. La donna di successo, invece, può essere appagata nei diversi macro ambiti della sua vita, avendo scelto la via di una carriera lavorativa di livello, senza che quest’ultima fosse un ripiego ad altre mancanze. Il progetto” ha continuato la Del Sarto, “prevede la possibilità per i giovani di fare un’esperienza di vita concreta al fianco a una donna in carriera, facendosi un’idea diretta di cosa implichi e significhi non mediata da tv e social. Tra gli obiettivi del mentoring, che vorrà replicarsi in altre città italiane, quello di creare un modello di apprendimento per definire quali siano le capacità che le donne devono mettere in campo per avere successo”.
Successivamente il Prof. Luca Trappolin ha riflettuto su come “manchi una narrazione capace di raccontare i nuovi profili di donne di successo al di là degli stereotipi più diffusi: la donna in carriera può essere felice, avere una vita appagante anche sul versante personale e familiare, ed è stata capace di fare scelte”. Su quest’ultimo punto è entrata nel merito Asia Rubbo, ricercatrice per il progetto, raccontando il metodo di lavoro e le storie delle intervistate.
I dati su questo tema, forniti dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro (OIL), si intrecciano con le storie reali, professionali e personali, di 19 donne di successo, prendendo in esame quattro macro profili di donne in carriera: Career, no family (età 35-45); Career and family, no children (età 40-50); Career and children, no men (età 45-55); Career, children and a man (età 40-55).
La ricerca indaga, e analizza, la realtà di numerose discriminazioni e disparità sul lavoro tra donne e uomini: dalla differenza di reddito percepito (gender pay gap), alla discrepanza tra donne e uomini per quanto riguarda l’occupazione (employment gap), fino al divario di genere nell’uso del tempo per quanto riguarda l’impegno in casa e in famiglia. Lo studio arriva, man mano, a spiegare e dimostrare i motivi per cui sia ancora difficile per le donne raggiungere, oggi posizioni apicali e decisionali.
La ricerca delinea così uno scenario complesso, ma al contempo chiaro e organico, sulla condizione della donna nel mondo del lavoro, con approfondimenti in parte inediti sugli stereotipi non ancora superati, gli ostacoli in carriera, la sovranità dei “tempi maschili” sul lavoro, la difficoltà nella gestione della famiglia e molto altro.
Durante il webinar si è parlato anche di donne e lavoro durante il Coronavirus e gli effetti del lockdown: dalla perdita o riduzione del lavoro fino al rischio di impoverimento dei nuclei familiari a doppio reddito o a esclusivo reddito femminile.
Il webinar si è concluso con l’intervento di Diana Palomba, presidente dell’associazione Feminin Pluriel Italia, che ha acceso il focus su come “l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 abbia impattato pesantemente sull’occupazione femminile e sulla necessità che il Governo implementi politiche di sviluppo legate al lavoro, perché per rilanciare la società è necessario sostenere e valorizzare il ruolo centrale delle donne”.