Su questa nuova testata, che vuole essere prima di formazione e, poi, di informazione e approfondimento proseguiamo con la serie di appuntamenti per spiegare il ruolo di alcune importanti istituzioni economiche operanti nel panorama italiano (qui la serie di note) esaminando ora Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. è un’istituzione finanziaria a controllo pubblico in capo per l’82,77% al Ministero dell’economia e delle finanze e per il 15,93% a diverse fondazioni bancarie, con il restante 1,30% rappresentato da azioni proprie della stessa CDP. Operando nel sistema economico italiano come una banca di Stato, ha l’obiettivo di promuovere economicamente lo sviluppo del Paese.
Nata inizialmente col nome di Cassa Piemontese nel 1850, prima dell’unificazione del Regno d’Italia, si occupava di mobilitare i capitali ottenuti dallo Stato attraverso la raccolta del risparmio privato per finanziare opere di pubblica utilità.
Nata in forma di banca, sia pure sotto l’egida dello Stato, si trasforma successivamente in direzione generale del Ministero del Tesoro, ottenendo, poi, nel 1993 piena autonomia e il riconoscimento di una propria personalità giuridica. Negli anni duemila, infine, è divenuta una società per azioni, aprendosi ad investitori privati e quindi uscendo dal perimetro totalmente pubblico. Un dettaglio, quest’ultimo, che permette di non consolidare il debito di CDP con il debito dello Stato e allo stesso tempo di evitare che i finanziamenti della Cassa vengano considerati aiuti governativi.
Nel corso di questa evoluzione CDP è passata dal ricoprire la semplice funzione di cassaforte fino a rappresentare oggi uno strumento finanziario strategico tramite cui sostenere il tessuto economico italiano. Nel 2009, infatti, la Cassa espande la propria attività alla concessioni di credito a piccole e medie imprese e nel 2011 apre agli investimenti in equity, ossia all’ingresso nel capitale di società private considerate di rilevanza strategica, tramite il Fondo Strategico Italiano (FSI).
É così che nel 2012 acquisisce Fintecna (proprietaria di Fincantieri), Sace e Simest. Possiede partecipazioni, tra le altre, anche in Eni, Snam, Terna, Poste Italiane e Telecom Italia. Sulla base del valore totale delle attività, pari a 410 miliardi di euro nel bilancio consolidato del 2016, CDP rappresenta la terza istituzione bancaria italiana di maggiori dimensioni dopo UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Le risorse finanziarie a disposizione del Gruppo CDP derivano prevalentemente dal risparmio postale italiano, che CDP gestisce dal 1875 e che ad oggi ammonta a circa 250 miliardi di euro. A questo si aggiunge, poi, la raccolta obbligazionaria effettuata sui mercati, sia presso investitori istituzionali sia al dettaglio.
Il principale impiego di queste risorse è rappresentato dalla concessione di prestiti verso lo Stato, le amministrazioni locali e le imprese, anche in ottica di sviluppo di Impresa 4.0 e a sostegno delle startup. Concede finanziamenti e partecipa direttamente a progetti industriali, infrastrutturali e finanziari ritenuti strategici per la crescita del sistema economico italiano, come ad esempio lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultra larga in fibra ottica. Con riferimento ai risparmiatori, infine, si occupa anche di emettere i libretti di risparmio postali e i buoni fruttiferi dello Stato tramite Poste Italiane.
Durante l’emergenza Covid-19 il Governo ha fatto ampio ricorso a Cassa Depositi e Prestiti e alle sue controllate, in particolare Sace, utilizzandole come tramite per fornire liquidità alle imprese e agli enti pubblici, oltre a finanziare ampliamenti e potenziamenti di strutture ospedaliere. Sarà protagonista anche della vicenda Autostrade, in quanto il Governo ha scelto CDP per entrare nel capitale di Aspi in luogo dei Benetton.
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