Per un attimo abbiamo avuto la sensazione di essere migliori degli altri. Noi pochi. Noi felici pochi. Noi manipolo di Veneti.
E quando l’illusione cominciava ad incrinarsi sull’onda dell’aumento dei contagi, alzavamo il ditino dicendo “tanti contagi, sì, ma solo perchè facciamo più tamponi degli altri!”.
Poi sono arrivati i morti. E lì è calata la maschera ed il sipario.
Del resto, quando si gozzoviglia nei barettini del centro come neanche nelle discoteche della Costa Smeralda, quando ci si accalca nei supermercati, quando le strade si riempiono per lo shopping selvaggio del periodo prenatalizio, è naturale che il Virus arrivi a presentare il conto.
E così il Doge di Venezia, al secolo Luca Zaia, proclama nuovi regolamenti e divieti, che vanno ad intersecarsi con quelli già vigenti del Governo.
Dal 19 dicembre al 6 gennaio sarà vietato spostarsi, da un comune Veneto all’altro, a partire dalle ore 14.00.
Sembra ieri che Giorgia Meloni si chiedeva ironicamente se il virus fosse nottambulo (Giorge’, lascia la comicità a chi la sa fare, lo dico per te! NdR)…
All’interno dello stesso Comune, invece, ci si muove come si vuole.
Tra diversi comuni, però, ci si potrà muovere, anche dopo le 14.00, per usufruire di “servizi alla persona”.
Ad esempio, da Caldogno si potrà a venire a Vicenza per andare in lavanderia, da Treviso ci si potrà recare a Padova per una messa in piega, da San Vito del Cadore si potrà fuggire a Belluno per una ceretta, o una sistemata alle sopracciglia. Giuro.
I ristoranti fuori dai comuni di residenza potranno essere raggiunti fino alle 14.00. Dopo tale orario sarà consentito il rientro presso la propria abitazione, ma considerando che i ristoranti dovranno chiudere entro le ore 18.00, al massimo potrete fare merenda.
Ci si potrà spostare fuori dal proprio comune, in qualunque orario, per ragioni di lavoro, di salute, di viaggio, per raggiungere la seconda casa, un albergo, i figli minori. Ma non quelli maggiori.
Negli esercizi commerciali sarà consentito l’ingresso di un cliente ogni 20 mq. 50 clienti in un supermercato di 1000 mq. Più o meno le stesse persone cho ho visto l’altro giorno, in uno dei dehors all’aperto lungo Corso Palladio a Vicenza.
Insomma, regole e regolette difficili da applicare e facili da aggirare, messe lì per dire di avere fatto qualcosa, quando sarebbe bastato dire: “ragazzi, non usciamo. Stringiamo i denti un altro mese, che sta arrivando il vaccino”.
Ma ora scusatemi, devo prenotare una manicure a Torri del Benaco.