Le pressioni di via Nazionale su Veneto Banca e lo strano silenzio del GdV

Il quotidiano di via Fermi accende un faro sul caso indennizzi, ma glissa sul sistema Zonin

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Carmelo Barbagallo (Vigilanza di Banca d'Italia) in commissione d'inchiesta sulle banche negò pressioni su Veneto Banca per consegnarsi a BPVi, ora entrambe in Lca
Carmelo Barbagallo (Vigilanza di Banca d'Italia) in commissione d'inchiesta sulle banche negò pressioni su Veneto Banca per consegnarsi a BPVi

Marino Smiderle su Il Giornale di Vicenza di oggi firma un lungo servizio in pagina 18 in cui approfondisce il tema della partita degli indennizzi per i risparmiatori colpiti dal collasso delle ex popolari venete, ma anche il tema delle differenze che hanno riguardato l’indagine della magistratura nell’ambito di due procedimenti molto importanti: quello per l’affaire BPVi e quello per l’affaire Veneto Banca.

L’autore per vero prende spunto in primis dalle ultime mosse del deputato azzurro Pierantonio Zanettin anche in considerazione del fatto che quest’ultimo è uno dei componenti di peso della commissione bicamerale straordinaria sui crac bancari che in queste ore sta muovendo i primi passi.
In questi giorni però Zanettin ha fatto parlare di sé soprattutto per avere redatto una durissima interpellanza in cui uno dei passaggi più delicati riguarda la querelle in merito alle pressioni di Bankitalia su Veneto Banca affinché quest’ultima si maritasse con BPVi. Si tratta di rivelazioni che obbligano, quanto meno la politica, ad una profonda rilettura della intera querelle giudiziaria e non solo.
L’interpellanza di Zanettin cita espressamente una rivelazione shock che in questo senso conferma le pressioni su Veneto Banca. Rivelazione, che come sottolinea peraltro lo stesso Zanettin, è stata pubblicata il 28 luglio su Vicenzapiu.com: testata che per di più ha riportato i dettagli di un incontro, dai contenuti finora segreti, che anni fa sarebbe andato in scena tra i vertici di via nazionale e quelli delle due ex popolari.
Ebbene delle conseguenze di quell’incontro sulla vicenda dei crolli di Veneto Banca e BpVi nel servizio di Smiderle, che è la firma più prestigiosa del GdV in materia economica, non c’è alcun cenno. Eppure l’argomento è intimamente connesso proprio con i punti toccati in quel servizio. Come mai quindi nel GdV non c’è traccia delle rivelazioni di Vicenzapiu.com?
Sulle prime si potrebbe pensare ad uno snobismo in sedicesimi che in provincia e non solo attanaglia molti giornalisti, veri o sedicenti che siano. Epperò, se sua altezza Marino II, avesse voluto evitare il fastidio di citare una testata on line (che per i giornalisti di certa carta stampata sa molto di “Klamottenjournalismus” direbbero a Berlino) avrebbe potuto semplicemente accennare alle rivelazioni dei media veneti dando però contezza della sostanza: ovvero delle pressioni su Veneto Banca da parte dei vertici di palazzo Koch. Le quali sono poi il punto della discussione. Una discussione che dovrebbe portare i giornalisti a interrogarsi seriamente su chi sia stato davvero l’ex dominus di via Framarin Gianni Zonin. Che avrebbe dovuto portare i protagonisti del circo massmediale a porsi un paio di domande precise. Al cospetto di quali poteri e di quali disegni iper-uranici ha dovuto muoversi Zonin negli anni del suo regno? Di quali pedine ha potuto realmente disporre?
Invece una coltre di indispettito silenzio, l’ennesima dallo scoppio dell’affaire popolari venete, è calata su quella pagina 18. Segno evidente che certi rapporti, certi tabù, anche per il giornalismo, la cui missione ultima sarebbe quella di fare le pulci a tutto e a tutti specie al potere, non si possono illuminare. La cripta deve rimanere inviolata anche se il tempio ormai cade a pezzi; anche se le illibate vestali si sono da tempo concesse nella penombra del loggiato.