Prime Pietre di Inciampo a Vicenza: per Guido e Angela Orvieto. Lia Orvieto ha voluto con Paola Farina, che ce la racconta, cerimonia privata

1726
La signora Lia Orvieto che ha appena posato le pietre di inciampo a Vicenza
La signora Lia Orvieto che ha appena posato le pietre di inciampo a Vicenza

Oggi 25 giugno 2021, finalmente siamo arrivati alla posa delle Pietre di inciampo per Guido e Angela Orvieto (Angela era nata Caivano, ndr). Abitavano a Vicenza, in via San Francesco 80 e in Corso Palladio 84 avevano un negozio di mercerie-lingerie, come quasi tutti gli Orvieto in Veneto. Prima di loro ha anche abitato in città un parente, Umberto che se n’è andato da Vicenza in America nel 1937, lasciando qua beni mobili e immobili per 110.000 lire… di allora.  A posare le pietre, Lia Orvieto, nipote dei coniugi Orvieto, assassinati nel campo di sterminio di Auschwitz.

Pietre di Inciampo a Vicenza per Guido e Angela Orvieto
Pietre di Inciampo a Vicenza per Guido e Angela Orvieto

Ai coniugi Orvieto l’autore, Gunter Demnig, l’artista delle Pietre d’inciampo, ha dato la possibilità di posare le pietre davanti al loro negozio, con la scritta “A Vicenza viveva”, includendo nell’iter sia il domicilio di residenza, i cui civici sono cambiati, sia il luogo di lavoro. Il testo di commemorazione dipende solo dall’artista.

La Cerimonia privata è stata semplice, sobria, come richiede il momento. Sono stati invitati solo il Sindaco di Vicenza, avvocato Francesco Rucco, Il Presidente del Consiglio Comunale, avvocato Valerio Sorrentino, il capo di Gabinetto, dott. Luca Milani con cui mi sono interfacciata per la pratica di posa. Fortemente voluta e, quindi, indispensabile è stata la presenza del dott. Umberto Avraham Piperno, Rabbino della Comunità ebraica di Verona e Vicenza e del dott. Roberto Israel, Consigliere Nazionale Associazione Figli della Shoà.

Non è stata fatta richiesta di transennare il luogo,  non sono stati esclusi i comuni cittadini che passavano per il corso, perché le Pietre di Inciampo appartengono ora alla Città di Vicenza, protagonista e memoria del periodo più doloroso della Storia.

Pietre di Inciampo a Vicenza per gli Orvieto con i "simbolii" religisoi dell'ebraismo
Pietre di Inciampo a Vicenza per gli Orvieto con i “simbolii” religisoi dell’ebraismo

La scelta di una cerimonia privata, voluta da Lia Orvieto e da me sostenuta, ha permesso di eliminare il palcoscenico e la platea di spettatori che s’immedesimano nel dolore solo davanti alla partecipazione mediatica del fatto, ha voluto dare valore e significato alle Pietre. Ha escluso Movimenti, Associazioni, Istituzioni, Politici e accoliti per dar spazio al Valore Assoluto delle Pietre di Inciampo, dare alle Pietre la “convergenza armonica” che è il recupero di quella dolorosa serenità meditativa che l’ostentazione di Movimenti, Associazioni, Istituzioni e Politici tende ad annullare.

Le pietre di Inciampo dedicate ai coniugi Orvieto vogliono restituire al dolore quell’attenzione e quel tempo di cui la città di Vicenza si è dimenticata.

Disegno deportati Orvieto a cura di Mauro Maruzzo (pubblicato su ViPiù.it)
Disegno deportati Orvieto a cura di Mauro Maruzzo (pubblicato su ViPiù.it)

Durante la breve cerimonia, accompagnata dai Salmi recitati dal Rabbino Piperno, il sindaco Francesco Rucco ha donato alla signora Lia Orvieto un quadro dell’artista Mauro Maruzzo, un acquarello che trasuda di indifferenza, quella indifferenza vettore di tanta disumanità.

Dalle Pietre di Inciampo di Vicenza parte anche l’iniziativa, una “Pietra di Inciampo per chi non può” in collaborazione con il Memoriale Sardo della Shoà di Cagliari. Una scelta per prendere le distanze da un “tempo appariscente”,  per dare spazio a un “tempo umano”, fatto di rapporti con gli altri, di affetti, di cura e dedizione verso la Memoria, la Memoria  nella quale io credo è quella che esclude ogni opportunismo politico e individuale.

https://www.vipiu.it/leggi/pietre-di-inciampo-a-vicenza/

https://www.vipiu.it/leggi/lia-orvieto-ricorda-la-citta-e-i-tempi-durante-la-guerra-alla-bertoliana-i-suoi-zii-furono-deportati-da-vicenza-e-non-da-verona-per-colpa-di-un-delatore/

https://www.vipiu.it/leggi/shoah-a-vicenza-pietre-dinciampo-in-ricordo-dei-coniugi-orvieto/

Articolo precedenteSenzatetto, le parole del consigliere Naclerio fanno arrabbiare l’associazione Welcome Refugees: “dove devono andare?”
Articolo successivoAlla Galleria Celeste di Vicenza il progetto d’arte collettivo itinerante Human Rights
Paola Farina
Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.