“I Lea (Livelli essenziali di Assistenza) saranno anche garantiti, ma troppi servizi in Veneto sono in affanno. E il fatto che in altre Regioni la situazione sia peggiore non ci rallegra. Prima di esultare per i risparmi bisognerebbe guardare a tutto quello che non va”. Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, torna sul Pdl 103 di cui era co-relatrice insieme alla collega Francesca Zottis, anche lei rappresentante dem nella stessa commissione.
“Ci chiediamo, perché in aula non ci è stato detto, dove sia il risparmio visto che non hanno fornito un elenco dettagliato con i numeri. Sappiamo però che appaltiamo all’esterno le attività di Pronto soccorso con il personale pagato dai 40 agli 80 euro l’ora. E anche sui Lea adeguatamente garantiti i conti non tornano: la prevenzione è completamente saltata, abbiamo liste di attesa infinite per visite specialistiche così come per gli interventi chirurgici.
E questo già prima del Covid. Mancano centinaia di medici di medicina generale, almeno 500 e 800 sono previsti in uscita nei prossimi anni, con un’integrazione che sicuramente non riuscirà a coprire tutti i bisogni, lasciando migliaia di cittadini senza un’importante figura di riferimento; i distretti sanitari sono stati depotenziati e la salute mentale dimenticata, con il Veneto che spende la metà del minimo previsto (5%) del Fondo sanitario regionale. Di fronte a questi dati l’entusiasmo della maggioranza pare francamente eccessivo”.