L’economia del Veneto: in 109 pagine lo screening di Banca d’Italia

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Nel 2017 – come scrive in 109 pagine Banca d’Italia nel suo rapporto annuale – si è consolidata la crescita dell’economia del Veneto grazie all’aumento sia delle componenti interne della domanda sia delle esportazioni. Il miglioramento si è diffuso in tutti i comparti dell’industria manifatturiera e dei servizi; nelle costruzioni il prodotto ha registrato un debole incremento dopo un lungo periodo recessivo. La fase di crescita è proseguita nel primo trimestre del 2018 e, secondo le opinioni espresse dagli operatori, continuerà nell’anno in corso.

Le imprese

La dinamica della produzione industriale regionale ha registrato un’accelerazione, specialmente nei comparti della filiera meccanica, che hanno beneficiato, tra l’altro, dell’aumento degli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature realizzato a livello nazionale. Le esportazioni di beni sono cresciute in linea con la domanda mondiale. La crescita dei consumi, dovuta anche al forte sviluppo dei flussi turistici, ha sostenuto l’attività nel commercio, nei trasporti e nei pubblici esercizi.

Dal 2014 la produttività delle imprese industriali venete ha ripreso a crescere, sostenendo la redditività che, nel 2017, si è mantenuta elevata, anche grazie all’incidenza molto contenuta degli oneri finanziari. L’incremento dell’autofinanziamento e della liquidità aziendale, il moderato allentamento delle condizioni di offerta di credito e le misure governative di incentivazione (in particolare il “super-ammortamento”) hanno favorito la crescita degli investimenti in un contesto caratterizzato da attese positive sull’andamento degli ordini. Nelle previsioni formulate dagli imprenditori, quest’anno gli investimenti dovrebbero diminuire lievemente dopo quattro anni di crescita.

Le condizioni finanziarie delle imprese sono ulteriormente migliorate: il grado di indebitamento è calato grazie alla crescente patrimonializzazione. Tali andamenti si sono riflessi in un’ulteriore riduzione della rischiosità del credito alle imprese, tornata sui livelli pre-crisi. Dopo cinque anni di diminuzione, i prestiti bancari alle imprese sono lievemente aumentati, anche grazie all’espansione della domanda di finanziamenti per gli investimenti.

Il mercato del lavoro

La crescita dell’economia si è associata a un incremento dell’occupazione, in particolare di quella dipendente con un contratto a termine. Il tasso di occupazione è aumentato, non solo per le classi di età più anziane, che continuano a risentire della recente riforma pensionistica, ma anche per i più giovani, come lo scorso anno. Il tasso di occupazione medio è cresciuto, soprattutto per le donne e per i laureati. Negli anni della crisi l’aumento della quota di popolazione laureata è stato comunque più contenuto della media delle regioni del Centro Nord e ha risentito delle migrazioni, specialmente verso l’estero.

Le famiglie

Con la crescita occupazionale, il reddito disponibile delle famiglie venete è aumentato. Vi si è associato un incremento dei consumi e degli acquisti di abitazioni, che hanno entrambi beneficiato di condizioni di indebitamento favorevoli. I prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie hanno registrato una crescita, in particolare la componente di credito al consumo.

La ricchezza complessiva delle famiglie venete continua a mantenersi su livelli pro capite superiori a quelli medi nazionali, anche se dal 2015 ha mostrato una debole flessione, comune al resto del Paese, connessa con il calo dei prezzi delle abitazioni. Alla fine del 2016 le attività finanziarie delle famiglie erano prevalentemente investite in strumenti liquidi (circolante e depositi) e nel risparmio gestito (fondi comuni d’investimento e prodotti assicurativi), due tipologie di attività finanziarie verso le quali si sono dirette le scelte di portafoglio delle famiglie anche nel 2017.

Il mercato del credito

È proseguito il processo di riconfigurazione della rete territoriale delle banche sul territorio regionale, con un’ulteriore diminuzione delle dipendenze bancarie e un’intensificazione dell’utilizzo dei canali alternativi. Nel mese di giugno del 2017 ha avuto luogo la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e Veneto Banca S.p.A., le cui attività e passività sono state cedute a Intesa Sanpaolo, ad eccezione di alcune poste di bilancio. I prestiti bancari all’economia regionale sono progressivamente aumentati: a fronte di condizioni di accesso al credito in lieve allentamento è cresciuta la domanda di finanziamenti delle imprese e, sebbene in rallentamento, delle famiglie.

Con il miglioramento della situazione economica, il flusso di nuovi prestiti deteriorati è significativamente calato, tornando sui livelli pre-crisi. Per la prima volta dall’avvio della crisi finanziaria, nel 2017 anche lo stock di prestiti deteriorati ha registrato una diminuzione, attribuibile sia alla liquidazione delle due banche popolari venete sia all’incremento dell’attività di cessione e stralcio di crediti problematici. Il tasso di copertura dei crediti deteriorati è ulteriormente aumentato.

La finanza pubblica decentrata

Nel triennio 2014-16 la spesa pubblica delle Amministrazioni locali venete ha registrato una lieve diminuzione, in particolare della componente corrente, su cui ha influito la riduzione del costo del personale. La spesa in conto capitale, che negli ultimi anni aveva registrato una tendenza negativa, nel 2016 ha mostrato un aumento temporaneo connesso con il passaggio dal Patto di stabilità interno, che prevedeva limiti ai pagamenti della spesa per investimenti, al nuovo principio del pareggio di bilancio. Nel 2017 la spesa per investimenti fissi delle Amministrazioni locali sarebbe nuovamente diminuita.

Nel triennio 2014-16 le entrate correnti complessive sono aumentate. La crescita ha riguardato la gestione sanitaria della Regione e le Province, mentre le entrate correnti dei Comuni sono lievemente calate. Nel 2017 la pressione fiscale locale sulle famiglie è rimasta sostanzialmente stabile, anche in seguito al reiterato blocco delle aliquote imposto dalla legge di stabilità. Nel 2017 si è registrato un aumento dell’indebitamento delle Amministrazioni locali imputabile all’assunzione di un mutuo della Regione Veneto per la realizzazione della superstrada Pedemontana Veneta. In rapporto al PIL, il debito è rimasto sensibilmente al di sotto della media delle Amministrazioni locali italiane.

Testo della pubblicazione

N. 5 – L’economia del Veneto