Sono stati presentati a Roma i dati del nuovo report di Legambiente “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione. I dati sono nel complesso preoccupanti per tutta la penisola: nel 2023 i reati ambientali sono aumentati del +15,6%, con 35.487 illeciti penali per una media di 97,2 reati al giorno; è aumentato anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti ed è calcolato in 8,8 miliardi il fatturato degli ecomafiosi.
Le regioni più colpite sono quelle del Sud, con nelle prime quattro posizioni Campania, Sicilia, Puglia e Calabria; la Toscana sale al quinto posto in questa poco invidiabile classifica, seguita dal Lazio e dalla Sardegna, che l’anno scorso era al quindicesimo posto. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima, ma a livello provinciale è Venezia la prima città del Nord, collocata al nono posto con 662 reati, entrando nella classifica delle prime venti province per illegalità ambientale.
Proposte di Legambiente: occhi puntati anche su Milano-Cortina 2026
Legambiente chiede al Governo Meloni un impegno serio nella lotta alle ecomafie. Quindici le proposte che l’associazione ambientalista indirizza oggi all’Esecutivo per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione, di queste sei sono i pilastri su cui lavorare in maniera prioritaria: 1) Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale; 2) Introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie; 3) Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali; 4) Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio; 5) Inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti; 6) Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.