Legge di stabilità regionale 2023 del Veneto impugnata dal Consiglio dei Ministri

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Giorgia Meloni Adunata Alpini a Vicenza
Giorgia Meloni
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la Legge di stabilità regionale 2023 del Veneto.
Lo si apprende da un comunicato emesso dal CdM stesso, a margine della riunione di ieri,  giovedì 16 febbraio 2023, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
la Legge di stabilità regionale 2023 del Veneto è stata impugnata “in quanto talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici, violando l’articolo 117, comma 2, lett. e) della Costituzione, nonché l’articolo 81, relativamente alla copertura finanziaria” si legge nel comunicato.
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione di ieri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato ventuno leggi delle regioni e delle province autonome e ha quindi deliberato di impugnare la legge della Regione Veneto n. 30 del 23 dicembre 2022. Via libera a tutte le altre.
In merito, arriva il commento della consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda: “Solo qualche settimana fa Zaia esultava per l’approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge sull’autonomia differenziata, con tanto di ringraziamenti al Presidente Meloni e tutto il Consiglio dei Ministri, in particolare al ministro Calderoli, principale artefice di quel disegno di legge.
Oggi – prosegue Guarda -, si rammarica, a ragione, perché quella stessa maggioranza di governo, la stessa maggioranza che governa il Veneto, decide di impugnare la legge regionale di stabilità per il 2023, cioè la principale espressione, a Costituzione vigente, dell’autonomia tributaria e fiscale della regione. Decisamente una bella prova di concordia tra il centralismo leghista romano e l’autonomismo leghista Veneto”.