Il 3 maggio, il Parlamento europeo ha dato voto favorevole a una riforma della legge elettorale che regola le elezioni europee.
Perché è importante: Le elezioni che ogni cinque anni rinnovano i membri del Parlamento europeo potrebbero presto cambiare. Martedì, i parlamentari riuniti in seduta plenaria a Strasburgo hanno approvato una proposta di riforma dei meccanismi elettorali. La relazione di iniziativa legislativa è stata approvata con 323 voti a favore, 262 contro e 48 astensioni, mentre la risoluzione politica di accompagnamento con 331 voti favorevoli, 257 contrari e 52 astensioni.
Si tratta di numeri molto risicati, che non rappresentano neanche la maggioranza assoluta nel Parlamento. Come nel tentativo di riforma del 2018, infatti, molti partiti non sostengono la necessità di una riforma. Il testo è quindi stato sostenuto dai partiti di centrosinistra, mentre gran parte dei popolari e dei partiti di estrema destra hanno votato contro.
Uno dei punti principali della riforma prevede di trasformare 27 distinte elezioni nazionali, con relative norme, in un'unica elezione europea. Oltre a questo, il testo approvato prevede l’istituzione di una circoscrizione unica europea per tutti gli elettori dell’Unione europea, che esprimerà 28 eurodeputati sui 705 totali.
Tra le altre proposte del pacchetto c’è la scelta del 9 maggio come data comune per le elezioni europee, il diritto di candidarsi alle elezioni per tutti gli europei a partire dai 18 anni, una soglia elettorale minima obbligatoria del 3,5% per le circoscrizioni con 60 o più seggi e l'opzione del voto per posta. Per monitorare sulla corretta applicazione di tutte queste novità nei diversi Stati membri, la riforma prevede anche la creazione di una specifica Autorità elettorale europea.
La nostra visione: La proposta approvata per un soffio dal Parlamento europeo è già stata definita storica nel quadro di una maggiore integrazione politica degli Stati membri e dei loro cittadini nel tessuto europeo. Purtroppo, è molto improbabile che in sede di Consiglio i singoli Paesi membri decidano di dare il via libera a questi cambiamenti, in particolare con la prospettiva delle elezioni europee del 2024.
Nonostante tutto, questo tentativo di riforma va visto come “una politicizzazione del funzionamento dell’Europa in senso europeo e non nazionale: per la prima volta con questa legge elettorale avremmo le premesse per uno spazio politico europeo”, come ha detto Alberto Alemanno, professore di diritto dell’Unione Europea all’università HEC di Parigi.
Fonte The Vision
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