Leonard Peltier, ai domiciliari dopo 49 anni il nativo americano ritenuto ingiustamente condannato

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Leonard Peltier
Leonard Peltier

Leonard Peltier, attivista nativo americano, è stato recentemente trasferito agli arresti domiciliari dopo che il presidente Joe Biden ha commutato la sua condanna all’ergastolo (leggi qui).

Sono serviti quasi 50 anni per un primo concreto passo nella battaglia per la giustizia dell’attivista, ritenuto ingiustamente condannato, condotta da parte dell’opinione pubblica, autorevoli personalità, forze politiche, associazioni e media.

Tra questi ultimi, anche la nostra testata che, negli anni ha contribuito, nel suo piccolo, alla causa soprattutto rilanciando gli appelli per la sua liberazione, su tutti quello del compianto giornalista e politico italiano, anche Presidente del Parlamento Europeo, l’onorevole David Sassoli (leggi qui) e spesso facendoci tramite per il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo.

Della questione, per ViPiù, si è occupato in particolare Giorgio Langella (qui un elenco dei suoi contributi su questa e su altre questioni). “Dopo mezzo secolo di carcere, torna a casa Leonard Peltier – afferma oggi -. Negli ultimi minuti di presidenza, Biden ha commutato la pena di Peltier da ergastolo a domiciliari. Non è il riconoscimento pieno della sua innocenza – precisa – e della crudele persecuzione alla quale è stato sottoposto, ma Leonard può tornare a casa e questo è un risultato certamente positivo. Un risultato che premia innanzitutto Leonard Peltier che non ha mai piegato la schiena di fronte ai suoi carnefici, ma anche di tutti quelli, tra cui ViPiu.it, che sconfiggendo l’indifferenza hanno lottato perché Leonard potesse uscire dal carcere”. A breve da queste pagine arriverà un suo nuovo contributo.

Leonard Peltier torna a casa: cosa è successo

Nel frattempo, un sintetico resoconto su questo importante aggiornamento sul caso. Peltier – lo ricordiamo -, membro del Movimento Indiano Americano (AIM), era stato condannato per l’uccisione di due agenti dell’FBI nel 1975 nella riserva indiana di Pine Ridge, in South Dakota.

Dopo aver scontato quasi 50 anni in prigione, la sua condanna è stata commutata a causa delle sue condizioni di salute precarie e dell’età avanzata. Ora 80enne, continuerà a scontare la sua pena in detenzione domiciliare, permettendogli di trascorrere il resto dei suoi giorni vicino alla sua comunità e famiglia.

La decisione di Biden è stata accolta con favore da numerosi attivisti e organizzazioni per i diritti umani, che da tempo sostenevano che Peltier fosse stato ingiustamente condannato. Tuttavia, alcuni funzionari delle forze dell’ordine hanno espresso disappunto per la commutazione della sua pena.

L’ormai ex presidente degli Stati Uniti d’America (è appena di ieri l’insediamento del nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, ndr) ha esercitato uno dei poteri costituzionali, la clemency o clemenza, conferito ai presidenti a livello federale e ai governatori a livello statale che permette di intervenire sui procedimenti penali.

Questa può assumere diverse forme, ognuna con specifici effetti legali. Nel caso di specie, è stata esercitata la Commutation (o Commutazione della pena) che consiste nella riduzione della pena inflitta, senza annullare la condanna. Ad esempio, una pena detentiva può essere ridotta o trasformata in arresti domiciliari, proprio come nel caso di Leonard Peltier. Non significa insomma che l’imputato sia stato dichiarato innocente. Può essere concessa per motivi umanitari, per ragioni di giustizia o per correggere possibili errori.