Salutiamo con commozione la fotoreporter palermitana Letizia Battaglia; abbiamo perso il suo sguardo amorevole, ma critico sulla realtà siciliana, sulla storia del nostro passato più recente e torbido, sulla quotidianità aspra del vivere – si legge nella nota che pubblichiamo a firma del prof. Romano Pesavento, presidente del CNDDU (qui altre note del CNDDU su ViPiu.it-.
Era una fotografa istintiva ma “ragionata”; alcuni suoi scatti che l’hanno consegnata alla storia e le hanno permesso di conseguire premi internazionali prestigiosi, soprattutto in un ambito prettamente maschile, secondo quanto racconta la fotografa stessa, sono stati frutto di un colpo di fortuna e non erano intenzionali; eppure in quelle immagini in bianco e nero si ritrova l’intuito di chi non passa oltre rispetto a una situazione, ma sceglie di fermarla per sempre sulla pellicola, in tempi in cui non era facile scattare foto come oggi. Con caparbietà e consapevolezza la Battaglia sottolineava quanto il suo obiettivo non si fosse “limitato” alla cronaca nera degli anni di piombo e dell’esplosione del fenomeno mafioso, ma fosse lo specchio di un mondo, caleidoscopico, ricco, magmatico e arcaico come quello siciliano. Le sue immagini hanno lo stigma del dramma, in certi pallori dei volti e torsioni convulse dei corpi; altre volte lo sguardo duro e offeso dei “suoi” bambini rappresenta un’umanità, sofferente, ferita, sospesa tra Caravaggio e Pasolini.
Dopo la strage di Capaci, Letizia decise di non fotografare più. Era stanca della violenza e di tutto quel sangue versato sulla sua terra tenacemente amata. Ma la Sicilia e Palermo erano pur sempre il Nord della sua bussola. Tornò dedicarsi ancora una volta alla fotografia ed approfondire tematiche di carattere umanitario e culturale.
Pochi fotografi hanno saputo raccontare con tanta verità e bellezza le vicende italiane.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani propone di allestire con le fotografie di Letizia mostre nelle scuole italiane dedicate alla sua storia professionale e umana. Si suggerisce anche di invitare gli studenti a proporre scatti fotografici propri in linea con le caratteristiche artistiche della fotoreporter. #CiaoLetiza
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU