L’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa obietta sul contesto di quanto detto al suo vice Pasquale Aversa: “Ne abbiamo fatte di porcherie sui profughi”

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“È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare”. A parlare – si legge nell’articolo che pubblichiamo di Huffington Post -è l’ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa. Oggetto della discussione l’accoglienza ai migranti. La conversazione, diffusa dal Il Mattino di Padova, è datata 14 aprile dell’anno scorso. Impresa, intercettata dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta – nella quale non è indagata – sulla gestione dell’accoglienza in Veneto, parlava con l’allora vice prefetto vicario di Padova, Pasquale Aversa, delegato ad occuparsi da gestione dei migranti. 
Poche ore dopo la diffusione della notizia arriva la replica di Patrizia Impresa: “Sono amareggiata, sono state estrapolate e pubblicate frasi completamente decontestualizzate”, ha affermato, precisando di essere “assolutamente certa della correttezza dei miei comportamenti. Quelle frasi fanno parte di un carteggio di centinaia di pagine ampiamente esaminato dall’autorità giudiziaria”.
Impresa, al momento della conversazione, non era lavorava più nella città veneta e da luglio scorso è diventata prefetto di Bologna, a seguito di una promozione. Il suo interlocutore – che, a differenza di lei, è indagato perché sospettato di aver fornito informazioni riservate alla cooperativa al centro dell’inchiesta – dopo essere stato rimosso dal suo incarico a Padova, si legge su Il Fatto Quotidiano, è stato designato commissario di Gioia Tauro, comune calabrese sciolto per infiltrazioni mafiose. Una nomina, questa, fatta dal Viminale quando al suo vertice c’era già Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno glissa su designazioni e promozioni e non perde l’occasione per attaccare il Pd: “Il governo di centrosinistra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un Comune all’altro come nel gioco delle tre carte per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd – ha affermato – Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?”. Forza Italia, intanto, chiede che Salvini rimuova il prefetto e Andrea De Maria, deputato bolognese del Pd invita lo invita ad attivare “il suo ministero per fare chiarezza. Invece di attaccare come sempre il pd, che non c’entra proprio niente, Salvini smetta di fare propaganda elettorale e faccia per una volta il suo mestiere”.

L’inchiesta sull’accoglienza ai migranti in Veneto

Le indagini per le quali sono state fatte le intercettazioni riguardano, in particolare, la cooperativa Ecofficina Educational poi Edeco che, proprio grazie all’accoglienza dei migranti, ha visto aumentare il proprio fatturato dal 2014 ad oggi. La coop gestisce, tra gli altri, i Cpt di Bagnoli e Cona e in una intercettazione rimarca ai funzionari prefettizi la necessità di “far quadrare i conti”. In una conversazione precedente, pubblicata oggi dal quotidiano, riferita ad un problema di sovraffollamento del centro di San Siro di Bagnoli dell’ottobre 2016 e alle pressioni da Roma per alleggerirlo di alcune decine di unità, Impresa avrebbe detto ad Aversa: “Anche se dobbiamo fare schifezze Pasquà… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare Pasquà… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che…”. Ed ancora: “Anche se andiamo a metterli da qualche parte dove non possiamo, qualche cosa la dobbiamo pur fare”. La telefonata avviene nell’ottobre 2016 e si riferisce in particolare al sovraffollamento del centro di Bagnoli.

Di fronte alle pressioni per alleggerire la struttura di varie decine di persone, Impresa avrebbe condiviso con il suo vice la preoccupazione che il suo posto possa saltare. “Ricordati che se devo cadere, io però faccio cadere Sansone con tutti i filistei” avrebbe detto parlando con il vice, riferendo quanto sostenuto in una una telefonata avuta con Carmine Valente, direttore dei servizi per l’immigrazione.

La manomissione del numero di migranti accolti a Bagnoli: “Il dato di 900 persone di oggi non possiamo darglielo assolutamente…”

I dati sulla presenza di migranti nel centro di accoglienza di Bagnoli, secondo quanto emergerebbe dalle intercettazioni sarebbero stati ridimensionati, passando da oltre 900 a 850, in vista della visita alla struttura dell’ex ministro dell’interno Angelino Alfano. “Il dato di 900 persone di oggi non possiamo darglielo assolutamente”. Nell’informativa dei militari al pm Federica Baccaglini si scrive che Impresa sottolinea “di voler dire al ministro 850 persone. Aversa dice di sì che ci sta come dato e nemmeno il sindaco di Bagnoli Milan lo sa…Impresa dice al suo vice di ricordarsi che riferirà 850 persone”. I due sarebbero tornati sull’argomento il 27 novembre. Aversa nelle intercettazioni dichiara: “A Bagnoli sono 912”, raccomandandosi nuovamente di riferire che il numero è inferiore.