Lia Orvieto alla Bertoliana ricorda la città durante la Guerra: ci fu un delatore, i suoi zii deportati non da Verona ma da Vicenza

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Il certificato di residenza inedito dei coniugi Orvieto ottenuto da autrice Paola Farina nel 2003
Il certificato di residenza inedito dei coniugi Orvieto ottenuto da autrice Paola Farina nel 2003

Oggi, 30 gennaio, alle 16:30 sarà ospite alla Bertoliana, Lia Orvieto, per parlare dei suoi ricordi di guerra. Lia è nata a Verona e oggi risiede a Roma. VicenzaPiù ne ha già parlato (http://www.vipiu.it/leggi/pietre-di-inciampo-a-vicenza) .

Coniugi Orvieto, il documento CDEC
Coniugi Orvieto, il documento CDEC

E’ la nipote dei coniugi Orvieto deportati da Vicenza. Negli archivi del CDEC (Centro di Documentazione Ebraico Contemporaneo) risultano deportati Guido da Verona e Angela da Padova. La citazione è errata, la stessa signora Lia mi ha confermato, durante un incontro avvenuto a casa sua, a Roma, nel mese di dicembre che i suoi zii sono stati arrestati a Vicenza, da dove è iniziato il percorso per quel drammatico viaggio, da cui in pochi hanno fatto ritorno.

Lei non ricorda più il nome del delatore, io sì, ma appartengo a quella rara categoria di che persone che, o parlano a viso a viso e consentono il confronto o, tacciono per sempre, in modo particolare in casi come questi, quando non ci sono più gli imputati o i presunti tali e restano figli e nipoti. Perché far soffrire anche loro? Che colpa ne hanno se il nonno era un uomo di M….?

Caivano Angela (in alcuni documenti anche Angelina) era nata a Firenze il 29/09/1893, figlia di Cesare e Ida, immigrata a Vicenza il 21/01/1936 proveniente da Verona, coniugata in data 08/09/1921 a Firenze con Orvieto Guido. In data 19/02/1939 nel prot. 2228 c’è l’annotazione “Appartenente alla Razza Ebraica”, risulta deceduta in Campo di Sterminio non noto e in data non nota e la notifica arriva a Vicenza il 02.09.1952 a seguito delle ricerche della Croce Rossa Internazionale.

Orvieto Guido nato a Pisa il 07/09/1893 (nel documento di cui sopra c’è errore di stampa, ndr), figlio di Felice e Luisa, immigrato a Vicenza il 21/01/1936 proveniente da Verona, marito di Angela. In data 19/02/1939 prot. 2229 c’è l’annotazione ” Appartenente alla razza Ebraica” risulta deceduto in Campo di Sterminio non noto e in data non nota e la notifica arriva a Vicenza il 02.09.1952 a seguito delle ricerche della Croce Rossa Internazionale.

Abitavano in Città, in via San Francesco ma non pubblicherò il numero, per evitare che imbecilli vadano a imbrattare il civico di quella via. Avevano un negozio di mercerie, in corso Palladio, come quasi tutti gli Orvieto in Veneto. Prima di loro ha anche abitato un loro parente, Umberto che se n’è andato da Vicenza in America nel 1937, lasciando qua beni mobili e immobili per 110.000 lire…di allora.

La storia della famiglia la conosco, ma lascio a Lia Orvieto il piacere di presentarla, perché nessuno ha il diritto di essere ladro dei ricordi altrui. Il certificato nella foto l’ho richiesto al Comune nel 2003, ben prima che contattassi Lia Orvieto, a dimostrare che le ricerche rubano una grande parte della vita e a volte si muore prima di completare il quadro. Altre volte arrivano studenti a saccheggiare in casa mia, ma si impadroniscono di poco, solo di carta: le anime, i contatti, la vita di queste persone, internate o deportate e passate per Vicenza resta a me.

A Lia Orvieto piace l’idea della “Pietra di Inciampo”, mi auguro che le possa finalizzare e le possa “vivere” fino alla loro pose. Le Pietre di Inciampo richieste dai famigliari hanno un valore immenso, rispetto a quelle di cui si fanno promotrici (a volte non autorizzate) le istituzioni, perché dimostrano che vita e famiglia sono destinate a continuare nel tempo.

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Paola Farina
Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.