«Siamo davvero liberi?» si chiede in una sua accorata riflessione Walter Mauriello, non semplicemente presidente istituzionale, ma, soprattutto, leader e trascinatore di Meritocrazia Italia (qui tutti i nostri interventi sull’associazione, ndr).
«Amiamo tanto questa parola, libertà – si e ci risponde Mauriello -, poi invece decidiamo di essere inghiottiti dal nulla della vita virtuale, cercando approvazione da uno schermo in ogni fase della nostra vita, abbandonando il vero significto di questo sostantivo».
Parafrasando la frase “Casa mia, casa mia, pur piccina che tu sia mi sembri una badia” si potrebbe dire anche “Libertà mia, libertà mia, pur piccina che tu sia mi sembri una badia“, l’abbazia della nostra vita?
«Per libertà – chiosa il presidente Mauriello – s’intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, usando la volontà di ideare e mettere in atto un’azione, ricorrendo ad una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a metterla in atto. Secondo una concezione non solo kantiana, la libertà è una condizione formale della scelta che, quando si tramuterà in atto, in azione concreta, risentirà necessariamente dei condizionamenti che le vengono dal mondo reale».
Ogni giorno è fondamentale per avere una vita, un passato, un presente ed un futuro e oggi, 6 agosto, la parola libertà assume un significato particolare.
«Il 6 agosto 1945, quello a cui di certo si riferisce – puntualizza e amplifica il presidente di Meritocrazia Italia -, è stato devastazione, con la bomba atomica sganciata su Hiroshima, ma è stato avanguardia nel 1991, con il primo sito internet, e quella tripla w che da allora accompagna ogni nostra giornata, per non parlare del 6 agosto 2012 che è stato giorno di conquista, con l’atterraggio su Marte, è stato nascita e addio, e tanto altro potrà essere e diventare».
Quello che per noi è “oggi” per qualcuno sarà la “memoria di un evento”?
«Dobbiamo solo scegliere che contenuto e valore dare alle date del “nostro” calendario. C’è una siderale distanza tra pensiero e azione, un percorso che solo i passi sanno compiere, non voli pindarici della mente, non ottime idee sepolte nei cassetti dell’ego. Ecco perché non basta vivere nei buoni principi, negli ottimi intenti e nelle migliori convinzioni. Ogni mattina è possibilità, e ogni sera dovrebbe essere bilancio, e la prospettiva dovrebbe essere grande, andare oltre il nostro piccolo recinto».
Ogni giorno vanno, quindi, lette le notizie per interiorizzare il presente e domandare a noi stessi cosa si possa fare per invertire o guidare la deriva?
«Un battito d’ali che si sente uragano, ecco il peso che dovremmo dare a noi stessi e al nostro potere di condizionamento. Meritocrazia – risponde il presidente Mauriello – nasce dalla ferma consapevolezza che si qualifica in quello che fa, e non nel ruolo istituzionale che poteri e gerarchie ti conferiscono».
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma?
«Ecco perché non dovremmo mai sentirci vinti e sopraffatti, il tempo cambia, evolve e trasforma, e nelle pieghe del tempo abitano le persone. Siamo noi che scriviamo la storia, che trasformiamo date in eventi, fatti in ricordi. Non è il tempo per leggere le azioni degli altri, ma per scrivere le pagine della storia che davvero vorremmo vivere!»
Anche questo 6 agosto, quello del 2023, con questi messaggi di Walter Mauriello che, nonostante la loro consistenza, scorrono veloci, può diventare, ci pensi ognuno, “un 6 agosto” storico se, cogliendone il senso – conclude Mauriello -, «non sentiremo più come un peso il nostro bagaglio di responsabilità ma lo solleveremo decidendo di vivere come cittadini e non di sopravvivere da meri spettatori».