
(Articolo sulla libertà di stampa da Vicenza Più Viva n. 295, sul web per gli abbonati).
Entro maggio 2026 gli Stati membri della UE, inclusa l’Italia, devono recepire nei rispettivi ordinamenti nazionali le direttive contro le querele temerarie, le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation).
Secondo l’Indice mondiale della libertà di stampa 2024, pubblicato da Reporter Senza Frontiere (RSF), l’Italia si è posizionata al 46º posto su 180 paesi, registrando una flessione di cinque posizioni rispetto all’anno precedente, quando occupava il 41º posto. Questo declino è attribuibile a diverse criticità persistenti nel panorama mediatico italiano. Tra queste, le minacce provenienti da organizzazioni mafiose, particolarmente nel Mezzogiorno, e da gruppi estremisti violenti. Inoltre, preoccupano i tentativi politici di limitare la libertà dei giornalisti, come l’introduzione di cosiddette “leggi bavaglio” che ostacolano la copertura mediatica di procedimenti giudiziari. Un ulteriore elemento di pressione è rappresentato dalle querele temerarie (SLAPP), utilizzate per intimidire e censurare i professionisti dell’informazione.

Nonostante la maggior parte dei giornalisti italiani operi in un contesto di relativa libertà, fenomeni come l’autocensura rimangono diffusi. Questa può derivare sia dalla necessità di allinearsi alla linea editoriale della propria testata, sia dal timore di azioni legali per diffamazione o di ritorsioni da parte di gruppi criminali o estremisti.
A livello globale, la libertà di stampa è sempre più minacciata, anche in nazioni tradizionalmente considerate baluardi della democrazia. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno perso tre posizioni, scendendo al 45º posto nella classifica, appena uno prima dell’Italia.
Questi dati sottolineano l’importanza di vigilare costantemente sulla tutela della libertà di stampa, riconoscendo il ruolo cruciale che un’informazione libera e indipendente svolge nel garantire società democratiche e trasparenti.
Il termine SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation) si riferisce a cause legali strategiche contro la partecipazione pubblica. Si tratta di azioni legali pretestuose intentate da politici, aziende o individui potenti per intimidire e mettere a tacere giornalisti, attivisti, o critici.
Caratteristiche delle SLAPP:
• Non mirano a vincere in tribunale, ma a dissuadere il bersaglio dal continuare a esprimersi.
• Obbligano il giornalista o attivista a difendersi legalmente, con costi elevati di avvocati e tempo perso.
• Vengono spesso intentate per diffamazione, anche quando le notizie pubblicate sono fondate e veritiere.
• Causano un effetto deterrente (chilling effect), inducendo altri a evitare argomenti scomodi per paura di ritorsioni legali.
Esempi concreti:
• Un’azienda cita in giudizio un giornalista per aver pubblicato un’inchiesta su inquinamento ambientale.
• Un politico denuncia un attivista che lo critica pubblicamente.
• Un magnate querela per danni economici una testata giornalistica per un articolo d’inchiesta.

Come si combattono le SLAPP?
L’Unione Europea e vari paesi stanno lavorando per introdurre leggi anti-SLAPP, che permettano ai giudici di archiviare subito le cause pretestuose e di sanzionare chi le usa come strumento di intimidazione. In Italia, le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) rappresentano una minaccia significativa alla libertà di espressione e al diritto all’informazione e alla democrazia, perché ostacolano il diritto di cronaca e il dibattito pubblico su temi di interesse collettivo.
Secondo uno studio del Parlamento Europeo, tra gennaio 2022 e agosto 2023, l’Italia ha registrato il 25,5% del totale dei casi di SLAPP in Europa, il numero più alto tra gli Stati membri.
Nel maggio 2024, sono entrate in vigore nuove norme dell’UE per proteggere da azioni legali abusive contro la partecipazione pubblica. Gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno ora due anni per recepire queste direttive nei rispettivi ordinamenti nazionali.
Nell’attesa che la satira venga di nuovo sdoganata o, più probabile, definitivamente proibita pubblichiamo un paio di vignette di Almor & Mellana, a nostro (e loro) rischio e pericolo di ricevere l’abituale querela per diffamazione a mezzo stampa o, peggio, una richiesta (in)civile di danni…