Libertà per Julian Assange

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Il giudice capo Emma Arbuthnot e Julian Assange
Il giudice capo Emma Arbuthnot e Julian Assange

Se Julian Assange verrà estradato saremo tutti meno liberi. Domani, 4 gennaio, sarà probabilmente emesso il verdetto finale per l’estradizione di Julian Assange in USA dove rischia 175 anni di carcere.

Dobbiamo considerare Assange un “perseguitato politico” perché colpire e rendere inoffensiva l’intelligenza di una persona colpevole di aver divulgato notizie vere è un atto politico. La volontà statunitense di punire non solo la persona Assange ma l’informazione indipendente e scomoda è quella di un regime repressivo che non ammette il dissenso. Dobbiamo anche renderci conto che, se Julian Assange verrà estradato, sarà in pericolo chiunque fornisca notizie scomode anche se vere. E sarà messo in pericolo il diritto di essere informati e la nostra libertà.

Siamo coscienti che le probabilità che Assange venga estradato sono altissime. La sostanziale censura di quasi tutti i grandi mezzi di informazione nazionali è indice di una pericolosa indifferenza e di un’assenza inquietante di libera informazione. Sono atteggiamenti che favoriscono l’ingiustizia che, comunque vada, Assange ha subito in anni di detenzione senza accuse se non quella di aver svelato il vero volto della “democrazia” statunitense.

Partito Comunista Italiano – federazione regionale del Veneto

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.