L’inizio o la fine dell’anno è un tempo di bilanci, in cui ognuno guarda a ciò che si lascia alla spalle e si proietta il proprio sguardo speranzoso verso i prossimi 365 giorni del 2025.
Da un punto di vista psicologico, il momento dei bilanci ha una grande importanza perché offre l’opportunità di fermarci a riflettere su di noi e, se affrontato nel modo giusto, ci fornisce una spinta per impegnarci in cambiamenti che possono contribuire al benessere e al raggiungimento dei prossimi obiettivi.
Ripensa agli ultimi dodici mesi. Prendi carta e penna e rispondi a queste domande sul 2024:
Qual’è l’ostacolo più grande che hai superato? Come l’hai superato?
Che cosa hai imparato di nuovo nel 2024? Cosa hai scoperto su te stesso/a?
Quanto sei uscito/a dalla tua zona di comfort?
Qual’è stato il tempo speso meglio nel 2024? Cosa faresti in modo diverso?
Quali sono le persone con cui hai passato del tempo positivo?
Rileggi le risposte che hai dato e buttati nella seconda batteria di domande che ti aiuteranno a capire dove orientare gli sforzi nell’anno nuovo:
Cosa ti potrebbe fare paura nel nuovo anno? Come puoi superarlo?
Quali abilità vuoi imparare o migliorare nell’anno nuovo?
Vorresti introdurre delle nuove abitudini nel 2025? Se sì, quali?
Cosa vuoi fare di diverso rispetto all’anno precedente?
Con quali persone vuoi passare più tempo nel 2025? Qual è il tuo obiettivo per il nuovo anno?
Fatto!
Se vuoi condividi le risposte e scrivimi a: cittadini@vicenzapiu.com
Potremo avere la sensazione che il nostro anno sia stato mediocre, fatto di alti e bassi, oppure avremo la sensazione di apprestarci ad archiviare un grande successo o un grande fallimento.
Abbiamo avuto delusioni? Fallimenti? Rimpianti? Quanto siamo stati autocritici?
Impariamo ad accettarci con amorevolezza e gentilezza, per poter raggiungere il benessere psicologico.
Tante volte infatti siamo noi i primi nemici di noi stessi!
Siamo portati a criticarci molto, ad essere inflessibili e pretendere molto da noi. Questo però non ci aiuta a vivere in modo armonico anzi… a fronte di un fallimento (e chi non ne incontra nella sua vita) possiamo sperimentare emozioni negative, come vergogna, rabbia o senso di colpa.
Queste modalità ipercritiche e punitive non funzionano per recuperare benessere, buon umore o solo per andare oltre gli eventuali errori commessi. Risulta così fondamentale il processo di “accettazione”.
Normalmente, tendiamo a dare alle emozioni negative un peso maggiore di quello che hanno.
Quante volte abbiamo vissuto situazioni che ci sembravano insuperabili e che a distanza di qualche anno facciamo quasi fatica a ricordare?
Quante persone ci sembravano insostituibili e invece sono state rimpiazzate senza lasciare rimpianti (magari accompagnate anche da un sospiro di sollievo…)?
Quante nuove opportunità ci si sono presentate dopo che abbiamo perso un’occasione che ci sembrava unica?
Un fallimento può anche essere la presa di coscienza del fatto che quella strada era sbagliata o almeno lo era per noi, quindi meglio capirlo e cambiare direzione.
Una mente compassionevole infatti, non ci spinge a scappare, ad attaccare, a difenderci come quando abbiamo paura, ma ci consente di chiederci ad esempio:
Quali sono le azioni da intraprendere di fronte a questo problema?
Quali sono le azioni che mi aiuterebbero in questo momento?
Come posso aiutare il mio corpo per aiutare la mia mente?
Una mente compassionevole è gentile, sapiente, coraggiosa, non giudica, non critica e non si dà colpe per com’è o per ciò che sente….
Per iniziare a sviluppare questa parte di te positiva e benevola, ti propongo questi due esercizi:
- Allenati nella respirazione profonda e calmante;
- Pensa a qualcosa per cui solitamente ti critichi o verso cui sperimenti un senso di vergogna… lascia emergere le sensazioni negative che provi quando ti focalizzi su questo aspetto di te. Adesso chiudi gli occhi e gentilmente entra nel tuo ritmo respiratorio calmante, quando senti che il tuo corpo e la tua mente hanno rallentato, invita il tuo sé compassionevole a prendere la parola e scrivere una lettera diretta a te stesso rispetto a questo elemento/evento verso cui ti critichi e che ti fa soffrire. Focalizzati sul profondo desiderio di aiutare la persona (te stesso) che riceve questa lettera, il profondo desiderio che quella persona sia felice e possa sentirsi capita e sostenuta in tutte le difficoltà che sta affrontando…
Ripartiamo da qui e iniziamo il 2025 con nuovi propositi, ricordiamoci che a volte, per aprire una nuova porta, bisogna chiuderne altre, accettando emozioni difficili e imparando ad osservare i nostri pensieri giudicanti, senza permettere loro di dominare le nostre azioni e i nostri stati mentali.
Con i migliori auguri di Buon Anno Nuovo!
Dott.ssa Sabrina Germi
Bibliografia
Neff, Kristin (2019) La self-compassion. Il potere ndell’essere gentili con se stessi. Edizione italiana a cura di Gina Sidu Pilia. Franco Angeli.
Gilbert P., Simos G. (a cura di), Petrocchi N. (a cura di) (2023), Compassion focused therapy. Guida pratica alle applicazioni cliniche, Ed. Erikson
Beamont E. Irons C. (2022), Il quaderno della compassione. Una guida passo dopo passo per sviluppare il sé compassionevole, Giovanni Fioriti Editore