L’informazione libera ricorda agli indifferenti, ai distratti o ai complici che oggi 3 luglio Julian Assange compie 49 anni

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Julian Assange
Julian Assange

Noi ricordiamo (a chi è indifferente, distratto o complice) che oggi 3 luglio Julian Assange compie 49 anni. Vogliamo farlo e lo facciamo su e con VicenzaPiu.com, che ci ha chiesto di ricordarlo tramite il suo direttore Giovanni Coviello che a Vicenza da anni "paga" perché sopravviva uno spazio di informazione libera.

Da oltre un anno Assange, gravemente malato tanto da non poter assistere all'ultima udienza di qualche giorno fa, è rinchiuso in un carcere di speciale britannico (Belmarsh paragonato da molti a Guantanamo). È in attesa che la giustizia britannica decida la sua estradizione verso gli Stati Uniti. Sul “caso Assange” è calata una pesante coltre di silenzio. Non ne parlano i grandi giornali, non ne parlano i governi dei paesi sedicenti democratici, non ne parla la UE.

Si abbia coscienza che la “colpa” di Julian Assange è di aver rese pubbliche notizie e informazioni sulle varie guerre scatenate nel mondo e sui comportamenti a dir poco censurabili dei governi e degli eserciti di molti stati importanti e potenti. Informazioni assolutamente vere che, secondo i protagonisti dei fatti, dovevano restare segrete. Così si è scatenata la persecuzione verso Assange che, prima, si è dovuto rifugiare nell'ambasciata dell'Ecuador di Londra come rifugiato politico e, poi, è stato arrestato. In questi anni è stato accusato di vari misfatti tra i quali in Svezia anche quello di violenza sessuale. Questa accusa è risultata inconsistente perché il fatto non era mai avvenuto. Ma non importa, per la giustizia del potere, Assange deve essere rinchiuso, deve passare quello che resta della sua vita in carcere.

La sua colpa non è aver compiuto qualche delitto, ma aver resi pubblici i delitti di chi vuole dominare il mondo. Delitti reali, veri, non smentiti né smentibili. E questa colpa, cioè informare i popoli, è qualcosa di intollerabile per il potere.

Assange è un simbolo e deve essere un esempio. La persecuzione alla quale è sottoposto deve servire da monito per tutti i giornalisti e gli organi di informazione. Devono sapere, questi, che non possono dire la verità se questa risulta scomoda al potere. L'obiettivo del “caso Assange” deve essere, secondo lorsignori, quello di zittire chiunque si oppone con la verità, persino con le opinioni, a una realtà costruita e imposta da chi comanda. Tutti, grandi e piccoli organi di informazione, giornalisti più o meno famosi, devono uniformarsi al pensiero dominante!

Oggi, oltre ad abbracciare virtualmente Julian Assange nel giorno del suo compleanno, vogliamo che si abbia coscienza del suo coraggio e vogliamo essere vicini a chiunque stia diffondendo una informazione veramente libera e indipendente. Chiunque lotti per questo è vicino a Julian Assange. E Julian Assange è vicino a lui.

Il potere ha paura della verità che viene diffusa dai tanti Assange che, per fortuna, esistono in ogni parte del mondo. Ne hanno terrore perché, parafrasando Marx e Engels, la vera informazione libera è uno spettro che si aggira per l'Europa (e non solo).

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Grazie, Giovanni Coviello

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.