Linguaggio inclusivo, consigliere Maltauro (Lega): “Sarebbero queste le priorità del Governo Possamai”?

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Jacopo Maltauro interviene su bocciodromo
Il consigliere comunale capogruppo della Lega Jacopo Maltauro

Che priorità può essere un opuscolo con consigli sul linguaggio inclusivo? A chiederselo è Jacopo Maltauro, consigliere comunale di Vicenza. Il capogruppo della Lega critica pesantemente la Giunta Possamai, dopo che ieri è stato presentato “Per un linguaggio inclusivo“, la pubblicazione realizzata dall’assessorato alle Pari opportunità e dalla presidenza della V commissione consiliare del Comune di Vicenza.

“In esso si trovano consigli per un uso rappresentativo e non discriminatorio della lingua italiana”, è stato spiegato ieri nel corso della presentazione ufficiale nella sala Chiesa a Palazzo Trissino. Presenti la vicesindaca con delega alle Pari opportunità, Isabella Sala, la consigliera comunale presidente della V commissione “Diritti e pari opportunità”, Martina Corbetti, l’esperto di linguistica Nicola Noro, che ha collaborato alla redazione dell’opuscolo, e l’illustratrice Serena Mabilia.

Maltauro lo boccia come “libricino” e ironizza sull’enfasi posta sull’iniziativa. Insomma, come a dire: manco fosse il completamento della Tav!

“Rimango profondamente perplesso – dice il giovane leghista – dalla distanza siderale che separa questa amministrazione dalle priorità sentite dai vicentini in questo momento. Ma anche dalla facilità con cui il centrosinistra di governo riesce a cancellare i fondi dalle opere pubbliche, vedi Nuova Bertoliana e investirli in libretti per diffondere il linguaggio femminile tesi a consigliare alla popolazione di utilizzare il termine assessora al posto di assessore”.

Il seguito delle invettive di Maltauro trae ispirazione dal manuale dei grandi temi cari alla Lega, su tutti l’immigrazione. Così, spiega il consigliere di minoranza, secondo la visione del centrosinistra che attualmente governa Vicenza, un clandestino è meglio chiamarlo persona migrante.

Niente di più errato: “Clandestino non è un offesa o una parolaccia, è lo status di chi si comporta per l’appunto in modo non trasparente – insegna Maltauro -, non attinente alla regole sociali, alle norme di riferimento. Nel caso della migrazione, clandestino è chi arriva in modo irregolare in un paese diverso da quello in cui ha la cittadinanza, senza avere titoli o cause giustificative.

Che la cultura del politicamente corretto nel nostro Paese fosse esagerata è cosa ben nota, che fosse arrivata al punto di sanare lo status di chi non rispetta le normative attraverso il linguaggio inclusivo non lo avevo ancora registrato. Tutto questo, chiaramente, si suppone a spese dei contribuenti, ma viva Dio ognuno è eletto per portare avanti l’impegno che ritiene più opportuno neo confronti della città”.

Poi, Jacopo Maltauro si scaglia contro la presidente della V Commissione, Martina Corbetti, rea di aver connesso il linguaggio con la realtà e la comunità. E conclude: “In ogni caso, dopo quasi un anno di governo fumoso, in qualità di rappresentante dei cittadini in consiglio comunale, se posso, un consiglio guida lo darei anch’io: cara amministrazione, cambia lente e comincia a preoccuparti della città vera, esprimendo un’idea di comunità meno ideologica e più concreta”, conclude Maltauro.