Lino Toffolo, l’Amministrazione comunale consegna un dono ai familiari del grande attore veneziano

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Comune di Venezia
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Un gesto per commemorare una grande figura della cultura veneziana e non solo. Sabato pomeriggio, in piazza San Marco nell’ambito delle iniziative legate al Carnevale di Venezia, il consigliere delegato alla Tutela delle tradizioni ha reso omaggio alla famiglia dell’attore e cabarettista Lino Toffolo, con la consegna di un Leone di San Marco per il contributo artistico e umano che Toffolo ha portato non solo a Venezia, ma all’Italia intera.   

Il dono è stato dato nelle mani dei familiari durante un evento portato in scena dalla compagnia teatrale Pantakin in ricordo dell’artista veneziano. Presenti la figlia Anna, il figlio Paolo e la moglie Carla.  

Un riconoscimento sentito all’artista nato a Murano e scomparso nel maggio del 2016 all’età di 82 anni. Una storia professionale, la sua, che lo ha visto calcare le scene con successo per oltre cinquant’anni, partendo giovanissimo dal comporre canzoni in lingua veneziana. Un artista polivalente in grado di affermarsi a teatro, al cinema e anche in televisione. Senza dimenticare le sue capacità come cantautore. 

“E’ un grande motivo di soddisfazione e orgoglio, anche personale, aver fatto, a nome della città, questo dono direttamente alla famiglia  – ha commentato il consigliere –  Lino Toffolo è sinonimo di Venezia e di venezianità. Oggi in piazza San Marco non abbiamo celebrato una commemorazione, ma un momento di continuità grazie all’eredità che Lino ci ha lasciato”.

Insieme a personaggi di spicco del mondo dello spettacolo, tra cui Paolo Villaggio, Enzo Jannacci, Gabriella Ferri, Lino Toffolo ha fatto parte di una generazione che ha dato lustro alla cultura italiana anche fuori dai confini nazionali. Tra i successi di cui si è reso protagonista nella sua carriera, merita una citazione particolare “Gastu mai pensà”, canzone veneziana del 1966 contenuta nel suo primo album. Un testo che racconta con una tale forza e struggenza l’amore, che fu ripreso due anni più tardi da Enzo Jannacci, tradotto in italiano col titolo “Hai pensato mai” e pubblicato nel celebre album “Vengo anch’io. No, tu no”. No, tu no”.