Dopo la nota precedente (“Decreto Liquidità, considerazioni sul report della Commissione banche: prestiti erogati e tempi di lavorazione dei finanziamenti“) proseguiamo qui la nostra analisi di massima su altri passaggi del questionario (qui le nostre analisi, ndr)) sottoposto a 148 istituti bancari sul tema come da relazione e dati (qui il dettaglio delle risposte, ndr) presentati durante la nona seduta della Commissione di Inchiesta sul sistema bancario e finanziario in data 27 maggio dalla Presidente Carla Ruocco (M5S) ai membri (tra cui i veneti Zanettin e Ferro di Forza Italia, Raduzzi e Maniero del M5S e Bitonci della Lega).
COMPENSAZIONI DI DEBITI PREGRESSI
In base alla normativa dei decreti-legge Cura Italia e Liquidità, il Fondo Centrale di Garanzia PMI può concedere garanzie solo su nuovi crediti, che non possono essere quindi condizionati dalla banca per estinguere passività pregresse.
A questa premessa vengono eccepite due misure contenute dagli stessi decreti. La prima prevede il rifinanziamento del debito preesistente (Dl Liquidità, art. 13, comma 1, lett. e), salva comunque l’erogazione di un nuovo credito per almeno il 10 per cento dell’accordato in essere. La seconda, invece, impone al finanziatore di estendere la garanzia del Fondo a prestiti richiesti dopo il 31 gennaio 2020, riducendone il tasso d’interesse.
Carla Ruocco (M5S) ha evidenziato ai presenti che «Le risposte delle banche che erogano credito al pubblico riferiscono che non sono state operate estinzioni o compensazioni con posizioni pregresse di finanziamento». In caso di posizioni debitorie, infatti, il finanziamento è stato erogato in alcuni casi su un nuovo conto corrente, ovvero mediante assegno circolare per l’intero ammontare.
Banca Nazionale del Lavoro, ad esempio, scrive che “in caso di sconfinamento/esposizione, procediamo all’erogazione del finanziamento attraverso l’emissione di assegno circolare”. Questo per evitare che l’erogazione sul conto sconfinato possa rappresentare una indebita compensazione. Per altre esposizioni, invece, è stata inibita la revoca delle linee di credito preesistenti.
Altre banche nazionali forniscono invece dei dati sulla lavorazione delle compensazioni previste dall’art. 13. Unicredit comunica ad esempio che: “I dati relativi alle erogazioni di prestiti garantiti da Fondo Centrale di Garanzia confermano che nel complesso tali somme rappresentano effettiva concessione di nuovi finanziamenti. Infatti, le compensazioni riguardano solo il 12.5 per cento del totale degli importi erogati pari a 678 mn € (23.833 rapporti)”.
Intesa Sanpaolo rileva inoltre che:”Per i finanziamenti previsti dall’art. 13, comma 1, lettere m) e n) del D.L. n. 23/2020 – rispettivamente quelli fino a 25 mila e quelli superiori –, la Banca da subito ha adottato una soluzione “organizzativa” con adeguata comunicazione alla Rete delle modalità operative per evitare utilizzi per estinzione/compensazione dei finanziamenti, con l’obiettivo di renderne la numerosità prossima allo zero”.
TASSI DI INTERESSE APPLICATI
Ma, se per quanto riguarda compensazioni su debiti pregressi le banche si sono attenute a loro detta alle direttive del Governo, diversamente si può dire dei tassi d’interesse. E le risposte al quesito 6 del questionario inviato dalla Commissione agli istituti di credito – che richiede il tasso medio ponderato sull’ammontare complessivo dei finanziamenti accordati per ciascuna tipologia – l’hanno dimostrato.
Andando a leggere le risposte delle banche, si nota come i tassi siano differenziati da istituto a istituto e, soprattutto, in base alla tipologia delle pratiche. Il Fondo centrale di Garanzia, infatti, garantisce il 100% dei prestiti concessi dalle banche, che si dividono in una tranche piccola (fino ai 25 mila euro) e una maggiore (fino a 800 mila euro).
BNL, per i prestiti fino a 25 mila euro, ha richiesto un interesse dell’1,23%, per quelli superiori, invece, la media è dell’1,8%. Monte Paschi di Siena ha stabilito mediamente un tasso dell’1,20% per i finanziamenti “junior”, 1,95 % per quelli senior. Unicredit ha chiesto un TAN/TAEG medio dello 0,92% per la prima soluzione di finanziamenti, 1,1% per la seconda.
Alcuni istituti hanno invece basato il loro calcolo dell’interesse su parametri come l’Euribor – il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee – e lo spread. Banca Profilo, ad esempio, ha accordato un tasso d’interesse pari al 4% per entrambe le tipologie di pratiche garantite dal Fondo basandosi sull’Euribor a 3 mesi con floor zero. Banca Generali, con lo stesso meccanismo, ha richiesto un interesse dell’1,50% per i prestiti fino a 25 mila. I tassi applicati ai prestiti superiori invece, scrive la banca, sono stati sviluppati in base al rating della clientela.
Altre banche, inoltre, hanno deciso il tasso in base alla durata del prestito. Come si legge nella risposta di Intesa Sanpaolo al quesito, “fino a 25.000 euro è previsto un tasso differenziato per la durata che va dallo 0,04% (36 mesi di cui 24 mesi di preammortamento) all’1,23% (72 mesi di cui 36 mesi di preammortamento)”.
Banca Iccrea, infine, per i finanziamenti fino a 25 mila euro, ha applicato un interesse fino all’1,5 per cento per i soci; fino all’1,8 per cento per i non affiliati all’istituto di credito.
A questo proposito, il Deputato Franco Vazio (PD) ha dichiarato davanti alla Commissione che «i tassi di interesse non avrebbero dovuto essere applicati in misura superiore all’1,20-1,23 per cento, noi abbiamo un’evidenza conclamata di banche, numerose banche, che hanno applicato, per i finanziamenti sotto i 25.000 euro, un tasso superiore a quello ammesso, addirittura del 40-50 per cento in più».
COSTI E COMMISSIONI DEI FINANZIAMENTI GARANTITI DAL FONDO
Un discorso analogo si può fare per quanto riguarda l’applicazione di costi, spese e commissioni alle operazioni di finanziamento. La Presidente Ruocco a questo proposito ha informato la Commissione che «in linea generale non è stato dichiarato nessun costo aggiuntivo per richieste di finanziamento fino a euro 25.000, mentre per i prestiti sopra i 25 mila euro si riscontrano costi aggiuntivi variabili».
Banca Nazionale del Lavoro infatti lo conferma: nessuna commissione per i prestiti sotto i 25 mila euro, ma “per le operazioni oltre i 25 mila sono state applicate spese d’istruttoria e commissioni di concessione”. Similmente, Monte Paschi di Siena scrive che per i prestiti senior è stata applicata una spesa ponderata media dello 0,43%. Intesa Sanpaolo dello 0,3%.
Unicredit, nella sua risposta, riporta che “per le operazioni fin qui erogate, è stata applicata una commissione media pari allo 0,25%, per un importo medio per operazione pari a circa 806 euro”. Per quanto riguarda la rinegoziazione del debito, prevista alla lettera e), art.13 del Dl 23/2020, invece, l’istituto milanese ha applicato una commissione media dello 0,21%. Credito Lombardo Veneto ha applicato commissioni per un valore ponderato dello 0,7%.
Tra i pochi istituti che dichiarano di non aver applicato nessuna commissione o spesa alle diverse tipologie di finanziamento previste dall’art. 13, troviamo Prader Bank, Banca Galileo S.p.a., Cassa Lombarda e Farbanca. Tra le banche “significant”, invece, nessuna.