Lista di “Per una grande Vicenza e Terzo polo” finalmente unite, Possamai: “Candidature del csx attente anche al mondo del lavoro”

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Ieri, venerdì 7 aprile, presso la sede in Stradella delle Beccariette 8 sono stati presentati i i candidati della lista comune di Per una Grande Vicenza, Azione e Italia Viva. Con la senatrice Daniela Sbrollini (IV) erano presenti i responsabili cittadini, Francesca Carli (Italia Viva), Massimo Dal Monte (Azione) e Monica De Bortoli (Per Una Grande Vicenza) che hanno resi noti i nomi ai presenti, tra cui il candidato sindaco Giacomo Possamai a cui la lista dà sostegno: “Con questa di oggi abbiamo completato – ha detto il candidato di centrosinistra – la nostra ‘formazione’ che chiederà la fiducia dei vientini i prossimi 14 e 15 maggio“).

I candidati di Per una grande Vicenza e del terzo polo con Possamai sindaco
I candidati di Per una grande Vicenza e del terzo polo con Possamai sindaco

Con lui – hanno tutti sostanzialmente detto gli alleati di Per una Grande Vicenza, Azione e Italia Viva – ci siamo reciprocamente scelti dopo un percorso non calato dall’alto come è avvenuto per la candidatura di Rucco ma che dal locale è arrivato al nazionale dei due partiti federati di Azione e Italia Viva, che si sono uniti alla civica” fondata “per un progetto di partecipazione diversa”, ha ricordato Dalla Rosa, da Raffaele Colombara, consigliere comunale di Quartieri al centro, e dai tre consiglieri usciti dal Pd e cioè Cristiano Spiller, Alessandra Marobin e proprio Otello Dalla Rosa, di fatto il loro padre putativo, oggi presente e intervenuto ma che, come Marobin, non farà parte della lista dei 28 candidati.

Sono 28 e non i 32 possibili – è stato detto (di seguito il video integrale della presentazione visibile anche sul nostro canale YouTube  e sulla nostra potenziata app LaPiù Tv, scaricabile gratuitamente in ambiente iOs e Android) – perché non abbiamo fatto come altri la corsa per riempire la lista ma abbiamo scelto i candidati consiglieri in base alle specifiche competenze dei settori in cui operano che potranno mettere a disposizione della città se eletti“.

Come il venerdì 17 marzo della benedizione di Salvini a Rucco, il 23 giugno anniversario dell’attentato partigiano di via Rasella e giorno della presentazione in teatro della candidatura di Possamai, e il 1° aprile dell’annuncio festante dell’appoggio di FdI al sindaco uscente e ricandidato Rucco, anche il giorno della presentazione di “questa lista laboratorio nazionale“, e cioè il venerdì della Passione, è apparso come un’altra coincidenza significativa con… la fine della Passione della gestazione del progetto di Per una grande Vicenza, passato, come è stato ricordato sempre da Dalla Rosa, per varie difficoltà fino alla soluzione odierna, sottoposta ora agli agli elettori.

Come? Con una serie di contenuti che paiono partire da una “visione nazionale e alta“, da cui, però, ci è stato assicurato, è nato un programma specifico per la città, condiviso col candidato sindaco a cui la lista si collega, Giacomo Possamai, e di cui avremo modo di parlare in futuro, una volta che lo avremo conosciuto nei dettagli oltre che nelle linee generali oggi esposte (rif. video integrale, ndr),

Alla nostra domanda finale, soprattutto, al candidato Possamai se in questa lista, come nelle altre della coalizione (ma, anche, abbiamo aggiunto delle liste avversarie) non ci fosse una carenza di rappresentanza del “mondo del lavoro“, quello, cioè di operai e “gente del popolo”, sempre più sfiduciata nella politica per cui portata o al non voto o al voto di pancia, che questa volta si preannuncia come quello di destra, il candidato di centrosinistra ha sottolineato come le varie competenze presenti nelle liste della coalizione sicuramente sanno interpretare le istanza di questa, numerosissima, fascia di elettorato (la risposta completa è nel video già pubblicato in copertina e visibile anch’esso sul nostro canale YouTube e sulla nostra app LaPiù Tv).

Uno dei presenti, dopo la chiusura della presentazione ufficiale della lista, ci ha fatto osservare come “oggi è difficile per un operaio, anche specializzato, fare politica perché le aziende di certo non gli concederebbero permessi tali da rendere gestibile ils uo impegno…“.


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