“Ben venga l’ispezione regionale sui recenti scandali della sanità veneta, ma concentrarsi soltanto sul singolo episodio significa fare spot. Il problema riguarda l’intero sistema delle prenotazioni e delle liste d’attesa, lo dimostrano i numeri enormi di quanti si rivolgono alla sanità privata per accelerare cure e interventi: i tempi fossero accettabili non si spiegherebbero questi numeri. È possibile però intervenire per limitare questo fenomeno, altre regioni l’hanno fatto.” Così il consigliere regionale Piero Ruzzante (nella foto) di Liberi e Uguali, che nella giornata di ieri ha depositato un’interrogazione a risposta scritta.
“In Emilia Romagna, ad esempio, è previsto il blocco dell’attività a pagamento dei medici ospedalieri quando in reparto non si rispettano i tempi massimi d’attesa: con l’interrogazione di oggi 19 gennaio ho chiesto alla Giunta se abbia valutato di adottare questo sistema anche in Veneto. Il senso è che i medici ospedalieri possono con la libera professione integrare i propri redditi rispetto allo stipendio base (in media comunque superiore ai 3 mila euro, 5 mila euro per i primari), ma soltanto quando i tempi di cure e interventi rispettano i limiti di legge. E poi bisogna mettere in discussione i tagli
continui alla sanità pubblica.”
“È preoccupante – aggiunge il consigliere Ruzzante – che il medico dell’Azienda ospedaliera di Padova al primo posto per volume di guadagni nella libera professione sia proprio il professor Pietro Litta, sotto inchiesta per i fatti denunciati dalla trasmissione di Rai 1 “Petrolio”. Non lo dico io ma l’Anac: la lentezza è prima causa di corruzione nella Sanità.“
Piero Ruzzante, consigliere regionale del Veneto Liberi e Uguali