Twitt di oggi, 1 novembre 2020, di Toti, governatore di centro destra della Liguria: «Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid 19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate».
Copertina della Domenica del Corriere del 24 settembre 1916 illustrata da Achille Beltrame: Toti in piedi tra le sue truppe scaglia il 6 agosto 1916 la propria stampella contro le truppe austriache prima di morire assurgendo a simbolo dell’eroismo e del senso di abnegazione del militare italiano tanto più che, dopo aver presentato tre domande di arruolamento che furono respinte in quanto privo di una gamba, persa durante la sua attività di meccanico ferroviere, decise nonostante tutto, di inforcare la bicicletta e di raggiungere il fronte presso Cervignano del Friuli dove fu accolto come civile volontario e adibito ai “servizi non attivi”, privo, quindi, delle stellette militari che ottiene solo più in là per la sua abnegazione al servizio della Patria.
Il Toti del 1916 si chiama Enrico, quello del 2020 si chiama Giovanni, che, invece, che chiedere semplicemente scusa ha cercato improbabili giustificazioni: nei loro due gesti, con l’addendum delle mancate scuse, è racchiuso tutto il degrado della nostra Italia.