
È stato un vero scontro quello tra il presidente Usa Trump e Zelensky, a capo dell’Ucraina. Due le poste in gioco: lo sfruttamento delle risorse minerarie dell’Ucraina e la conclusione della guerra. Quanto alle risorse è da dire che in effetti si tratta di una richiesta estorsiva, almeno sino a quando non sarà cessata la guerra. Comprensibile la reazione di Zelensky, dunque.
Fondamentale problema è quello della cessazione della guerra. Trump ha fretta perché all’evidenza intende instaurare un rapporto amichevole con la Russia di Putin. Zelensky sembra perseguire il recupero almeno in parte dei territori occupati. Giustamente chiede garanzie per la sicurezza dell’Ucraina a pace conclusa.
Occorre una visione realistica della conclusione. L’Ucraina potrà resistere ancora all’invasione, ma è destinata a perdere la guerra per la ragione che non può avere un numero sufficiente di soldati rispetto ai russi. Non basta che le vengano fornite armi di fronte alla superiorità numerica della Russia. Per la vittoria occorrerebbe l’invio sul fronte di forze militari europee, il che peraltro porta con sé il rischio (meglio dire la certezza) di scatenare una guerra mondiale.
Ritengo che la stessa Russia sia interessata alla cessazione della guerra stanti comunque i suoi costi, ma non intenzionata a cedere quanto conquistato, e alla pretesa della neutralità dell’Ucraina. Il processo per arrivare alla pace non è, però, facile, anche se a mio avviso occorre arrivarci. Non si tratta di arrivare ad una pace giusta, ma ad una pace ragionevole tenuto conto della situazione sul campo di battaglia.
Certamente becero è stato il comportamento di Donald Trump con Zelensky in conformità col carattere del personaggio. Giusta è stata, quindi, la reazione del presidente dell’Ucraina il quale, però, deve per forza di cose pensare ad una pace di compromesso.
La soluzione non è piacevole ma purtroppo la situazione è quella che è.