Ore 22 dell’8 aprile cala il sipario, ma non solo sulla mostra in Basilica Palladiana, gentilmente offerta al signor Marco Goldin per organizzare e guadagnare privatamente le sue mostre, ultima delle quali quella su Vincent Van Gogh ha riscosso notevole successo di pubblico e, nonostante il Comune non abbia incassato un euro di vantaggio economico, ha stimolato, almeno in zona centrale, le attività economiche, languenti anche e soprattutto a causa delle vicende della Banca Popolare di Vicenza.
Cala il sipario giorno dopo giorno anche sul sindaco Achille Variati, sul suo nominato vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci, sui suoi assessori, che non si sono mostrati all’altezza del compito che voleva prefiggersi, carenti perfino nello sfalcio dell’erba della casa dei padri separati, struttura che funziona sporadicamente, e dei loro consiglieri comunali, capaci di votare solo “alla bulgara”.
Cala il sipario sulla stagione Variati durata troppo a lungo, che non ha mietuto nemmeno il successo sperato con l’inaugurazione del cosiddetto parco della pace, ma ha solo seminato in troppi campi un malessere che non è stato certo temprato dal successo delle mostre del signor Goldin, che magari un qualche denaro per un qualche restauro potrebbe lasciarlo come segno di gratitudine alla città di Vicenza per cotanto guadagno.
La stagione teatrale, perché Variati è stato un bravo interprete di se stesso per tenersi sempre e comunque a galla anche nelle situazioni più difficili. Vedi le richieste dei quartieri, vedi la Banca Popolare, vedi lo spettacolo sacrilego in Olimpico, da lui, disse, degno di approfondimento, vedi le delibere contro le signorine in Viale Verona, che si beffano delle sue parole, sedendo proprio sotto il cartello che annuncia il suo provvedimento in corso d’opera, vedi il correre ai ripari negli ultimi mesi, vedi l’intrusione a gamba tesa nelle primarie, sapendo che il suo vicesindaco avrebbe perso, ma che la conta delle preferenze avrebbe dato a lui un ruolo nella partita amministrativa e condizionato, come di fatto è, il candidato della sinistra, Otello Dalla Rosa, che ora si guarda bene dal criticarlo, cosa che fa perfino la televisione locale, mostrando quotidianamente le magagne che ci lascia in eredità.
Cala il sipario su Variati e la sua giunta, molti spettatori se ne erano già andati, come hanno dimostrato le recenti elezioni politiche, perché nel finale il sindaco ha pure trascinato il partito Democratico, già di suo in crisi profonda a causa dei suoi esponenti candidati alla Regione.
Non ci sarà, spera la maggioranza dei vicentini, una continuità, nonostante che gli esponenti di sinistra si affatichino a negarla, ma i segni sembrano inequivocabili.
In teatro, quando uno spettacolo non ha successo, come quello dato all’Olimpico, non si replica più nemmeno con altri attori e le bancarelle dei robivecchi sono piene di tragedie mai rappresentate o rappresentate solo una volta.
Qui a Vicenza la Giunta Variati ha avuto ben due occasioni, ma ora “acta est fabula” (lo spettacolo è finito), quello che rimane degli spettatori se ne va e se ne vanno pure i suonatori. Non occorre applaudire, si spengano le luci dei riflettori tanti amati.