Il caso biglietti Nitto Atp Finals: lo sport è per tutti? Aduc: inclusi quelli che ne approfittano…

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Sport per tutti?
Sport per tutti?

Lo sport è giudicato (giustamente) una pratica coinvolgente ed avvolgente  scrive nella nota che pubblichiamo l’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Parliamo dei tifosi. Mediamente le persone si accomunano senza andare per il sottile rispetto ad appartenenze e livelli economici. Certo, ci sono per esempio anche i razzismi (1), i tifosi che pagano mille e quelli che pagano dieci per assistere alla propria passione, ma il tifo del ragazzino povero di 12 anni per la propria squadra di calcio è simile a quello del 40enne manager per la stessa formazione.

E il fatto che un beniamino del calcio sia pagato miliardi, sembra non creare problemi al ricco e al povero, al bianco e al nero, all’uomo e alla donna, etc..

Lo sport è per tutti e di tutti.

Questo lo sanno anche gli organizzatori e i diffusori degli eventi sportivi. Ed è un bene perché questi eventi è bene che siano a tutti gli effetti popolari.

Conseguenza di questo approccio è una estrema fiducia – umana ed economica – verso chi organizza per fruire degli sport, organizzatori considerati complici della propria passione.

Sarà che la nostra società è sempre più complessa, sarà che l’informazione e l’attenzione oggi circola di più che non in passato e si sanno e si capiscono cose che prima erano solo per pochi…. ma c’è qualcosa anche nello sport che sta infrangendo questo alone di comunanza, questa magia.

Ci riferiamo a due fatti di questi ultimi giorni che ci mostrano la perdita di “magia” dello sport e il suo ingresso, a pieno titolo, nella quotidianità fatta di pericoli, gabole, approfittatori, incertezze.

Il primo è quanto è accaduto con Dazn, che trasmette in regime di monopolio le partite di calcio di serie A (2). La ventilata possibilità che ci fosse una modifica nel contratto che consente a due soggetti fisicamente distanti di seguire le partite al prezzo di un solo abbonamento, ha messo in evidenza – per chi non se ne fosse ancor accorto – che Dazn trasmette non per amore dello sport, ma business. Il fatto che Dazn al momento ci abbia rinunciato (dopo molto discutere e dispiacersi da più parti, inclusi deputati e ministro), è business: la propria immagine ne avrebbe risentito, essere buoni al momento giusto vale molto di più rispetto a milioni in pubblicità.

Il secondo è il torneo internazionale di tennis Nitto ATP Finals, in corso fino al 21 (3). La federazione Italiana del tennis ha venduto biglietti oltre la capienza legale del luogo in cui svolge l’evento a Torino. Lo ha fatto da più di un anno, quando si sapeva che, causa covid, non poteva riempire il palazzetto oltre il 35% ed ha continuato anche quando dal 35 la legge ha consentito di arrivare al 60%. Ha venduto biglietti per posti inesistenti, comunicando agli acquirenti (che per andarci avevano prenotato aerei, alberghi, oltre al proprio tempo) che non ne potevano fruire solo un paio di giorni prima dell’inizio del torneo.

Altro che magia e complicità. Lo sport è per tutti, inclusi quelli che ne approfittano e che, magari, come nel caso del tennis, si difenderanno di fronte alla denuncia all’Antitrust che si sono beccati.

1 – nel calcio e non solo molti hanno fatto discutere

2 – https://www.aduc.it/comunicato/dazn+cosa+ci+insegna+vicenda+istituzioni_33502.php

3 – https://www.aduc.it/comunicato/tennis+internazionale+biglietti+annullati+denuncia_33496.php