La settimana scorsa, prima ancora del presidio del sindacato USB davanti la CGIL di Vicenza avevamo provato a contattare la OTB Foundation, che non ha risposto, e la DHL Supply Chain, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Oggi invece sul Giornale di Vicenza il ceo di OTB Ubaldo Minelli e il presidente e ad di Dhl Supply Chain Italy Antonio Lombardo hanno rilasciato delle dichiarazioni sul recente accordo nella logistica nei cantieri di Isola Vicentina e Noventa Vicentina.
Accordo sottoscritto dai sindacati CGIL, CISL e UIL, con l’appoggio di Regione Veneto e Confindustria. Un accordo che mette d’accordo tutti, o quasi. “L’obiettivo era quello di accorciare la catena – afferma Minelli sul Giornale di Vicenza – che prima prevedeva diversi passaggi: da Otb a Dhl e da Dhl alla società operativa, che in origine era una cooperativa e che poi, dietro nostra richiesta, era diventata una società di capitali. Ora c’è solo il passaggio da Otb, che gestisce in pieno il piano della logistica, alla società operativa che sarà il gruppo Fbh (Fabrizio Bertola Holding). I dipendenti saranno assunti, alle medesime condizioni in vigore fino a oggi, i centri di Isola e Noventa, con le strutture e le specializzazioni che li caratterizzano, saranno funzionali allo sviluppo del gruppo”.
Di pensiero diametralmente opposto è Massimo D’Angelo di USB. A lui abbiamo chiesto perché questo non è un buon accordo. Abbiamo provato, senza riuscirci, ad avere anche il parere di Filippo Rossi, referente per la logistica della CGIL di Vicenza, sindacato che invece ha approvato l’accordo (in questo articolo del Resto del Carlino il comunicato di CGIL Veneto in cui si parla positivamente dell’accordo).
“L’accordo è un pessimo accordo perché vincola il passaggio nell’altra società, ALS Triveneto, alla firma di un verbale di conciliazione – ci ha detto D’Angelo -. Se non si firma si resta in capo ad Amcar. Firmando la conciliazione i lavoratori rinunciano all’anzianità, a tutto quello maturato nei precedenti passaggi, circa un milione di euro di importi per circa dieci lavoratori, dai 70 ai 100 mila euro di arretrati per 7 lavoratrici che hanno aperto una vertenza in corso. Non è vero che la filiera è accorciata, a Noventa e Molvena OTB subappalta i lavoratori a Staff International che somministra i lavoratori a tempo indeterminato, quindi c’è ancora più precarietà di prima. Noi volevamo che venissero assunti direttamente da OTB, invece non è stato così. I lavoratori che hanno firmato l’accordo non avevano una vertenza, hanno preso un’indennità dai 500 ai 1000 euro, altri tre che avevano firmato hanno poi firmato ma in pratica sotto ricatto, per paura. L’accordo serve solo per pulire DHL da milioni di euro di debiti – prosegue D’Angelo -. l’Ispettorato del lavoro intanto sta indagando sull’accordo, che potrebbe anche decadere se l’ispettorato lo considerasse illegale”.
“Anche la magistratura di Milano ha aperto un’inchiesta per l’utilizzo di cooperative e consorzi che poi falliscono da parte di DHL. Sto dicendo cose che sono di dominio pubblico. L’accordo l’ho letto e riletto e non lo stanno rendendo esigibile rispetto agli esodi, c’è un importo di 100 mila euro per 17 lavoratori che avevano chiesto di andar via con l’esodo rimanendo in capo ad Amcar, ma questi soldi, circa dieci mila euro a testa, non li stanno ricevendo. Andremo anche sotto Confindustria e sotto casa di Renzo Rosso se servirà, perché è una vicenda di rilievo nazionale, chiederemo anche a Landini se pensa che questo accordo voluto dalla Filt Cgil Veneto che deroga dal contratto nazionale e bistratta le leggi vada bene oppure no. Se questo accordo diventasse prassi nazionale – conclude D’Angelo -sarebbe un disastro per i lavoratori”.