L’ombra della politica sulla Popolare di Bari, laRepubblica: nomine bloccate

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Banca Popolare di Bari, manifestazione di soci
Banca Popolare di Bari, manifestazione di soci

Di seguito l’articolo di Andrea Greco su laRepubblica nel quale scrive che la banca commissariata a dicembre deve aspettare l’esito delle Regionali. Intanto Mcc che ha il 97% cerca due manager indipendenti per il vertice

Il nuovo socio quasi unico (ha il 97%) aveva preparato il blitz estivo con cura, convocando l’assemblea sei giorni prima delle elezioni regionali per esprimere i vertici aziendali al riparo dai fiati della politica. Ma non è servito: né forse poteva servire, poiché il nuovo socio è pubblico (Mediocredito Centrale fa capo al Tesoro) e l’azienda in questione è Banca popolare di Bari.
Nessun nome è stato presentato per la scadenza termini di venerdì scorso, l’assemblea del 16 settembre è stata revocata, il 20 e 21 i pugliesi sceglieranno il nuovo governatore: e il testa a testa tra lo sfidante di centrodestra Raffaele Fitto e l’uscente di centrosinistra Michele Emiliano è troppo serrato per non aspettare un altro po’ e vedere chi vince e “conta” di più. Poco importa se frattanto la banca commissariata nove mesi fa e salvata dall’erario e dal Fondo interbancario con 1,6 miliardi (430 milioni pubblici, il resto messo dagli altri istituti) perde denaro e forza commerciale ogni giorno che passa. Meno ancora, importa, se lunedì è saltato il direttore generale Paolo Alberto De Angelis, arruolato a marzo dai commissari straordinari Antonio Blandini ed Enrico Ajello, ma che in scadenza di contratto non è stato confermato per dar modo al nuovo socio di indicare il suo capoazienda, riunendo le figure di ad e dg come da statuto. La normativa dà tempo fino un anno ai commissariamenti bancari, tuttavia a Bari il salvataggio era stato svolto in anticipo (rispetto a casi simili, come Carige), e i commissari stavano giusto preparando, oltre alle valigie, il rilancio dell’operatività commerciale dopo un semestre non facile. Anche Bernardo Mattarella, ad di Mcc, un mese fa diceva: «Bisogna procedere rapidamente alla nomina degli organi sociali, anche ad agosto, per dare immediata attuazione al piano industriale».
L’assemblea delle nomine ora non si terrà prima dell’esito delle Regionali: serve un preavviso di 24 giorni per la nuova convocazione, e due fonti vicine al dossier ritengono che la prossima riunione dei soci (meglio, del socio) si possa svolgere verso metà ottobre. Entro allora, “la politica” dovrà setacciare, per la lista dei consiglieri e quella dei sindaci controllori, nomi capaci di far dimenticare in fretta le cattive gestioni dell’era della famiglia Jacobini regnante. Le sfide future, oltre che per Bari e Bpb, saranno decisive per molte aree del Mezzogiorno: c’è da rilanciare un istituto che fa credito commerciale a famiglie e Pmi integrandolo con il Mediocredito (che eroga a più lungo termine); e se capita, aggregare altre popolari in difficoltà e supportare così alcune aree tra le più depresse d’Italia. Per questo il nuovo socio unico starebbe vagliando candidati di caratura nazionale per competenza e capacità di lavorare senza condizionamenti politici e ambientali. Che poi li trovi, è tutto da vedere: anche perché si parla di azienda soggetta al tetto salariale di 240 mila euro annui. In attesa del capoazienda, che Mcc dovrà indicare nella prossima lista di consiglieri, paiono “papabili” i nomi dei potenziali preside nti fatti dalla stampa locale: l’ex ambasciatore Giovanni Castellaneta e l’editore Alessandro Laterza, più vicini al centrosinistra, oppure Gianni De Gennaro, più gradito al centrodestra e a parte dei M5s. La politica locale, che sulla banca ha sempre avuto forti ascendenti, dovrà accontentarsi di qualche poltroncina. Salvo altri colpi di scena.